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Associazione Città del Vino: Razzano nominato Consigliere Nazionale

Scritto da il 14 maggio 2012 alle 16:40 e archiviato sotto la voce Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Ha avuto luogo nel pomeriggio di giovedì 10 maggio, presso la Sala Consiliare di Palazzo San Francesco a Sant’Agata de’Goti, l’Assemblea Regionale delle Città del Vino della Campania. Ai lavori dell’associazione, aperti dal coordinatore regionale prof. Raffaele Ferraioli hanno partecipato, per il comune saticulano, che fà parte del circuito associativo Città del Vino, il Sindaco e Assessore provinciale all’Agricoltura, Carmine Valentino e l’Assessore alle Attività Produttive Marco Razzano. Proprio l’assessore Razzano, durante i lavori dell’assemblea è stato eletto come Consigliere nazionale dell’associazione. E’ la prima volta che un componente dell’amministrazione comunale di Sant’Agata de’Goti entra a far parte del consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale di Città del Vino che promuove la vitivinicoltura, l’enologia ed i territori ad esso collegati. Un incarico di prestigio che l’Assessore alle Attività produttive ha accolto con piacere ed onore e che giunge anche grazie all’impegno dell’Amministrazione in carica e dell’Assessorato alle Attività produttive nel circuito associativo che raccoglie circa 550 enti locali. Una rete di Comuni, Province, Parchi e Comunità Montane a vocazione vitivinicola, capaci insieme di mettere in campo sul territorio nazionale una massa critica di oltre 4.000 alberghi (per circa 142.000 posti letto complessivi), 1.500 Aziende agrituristiche (per 18.000 i posti letto), 189 campeggi, migliaia tra ristoranti, enoteche e wine bar, e altrettante cantine e aziende vitivinicole produttrici di vini di qualità. In tutto una superficie di oltre 200.000 ettari di vigneti tutti iscritti alle Doc e alle Docg, pari ai 4/5 dei vigneti italiani a denominazione d’origine.
“Fanno parte dell’Associazione, come sottolinea il neo Consigliere Nazionale Marco Razzano, soprattutto Comuni piccoli, quelli che da soli non avrebbero la forza di farsi conoscere, di rivendicare spazi di promozione e ascolto da parte delle istituzioni superiori; l’Associazione dà loro voce, li mette in contatto, costruisce la rete dei rapporti e li fa diventare più forti. Così possono compartecipare alla difesa delle loro trazioni locali, delle filiere produttive, sviluppare incoming turistico e impegnarsi per una maggiore sostenibilità delle loro aspirazioni di crescita; sono i Comuni, come Sant’Agata de’Goti, che, prima di altri, sono disposti a scommettere sulla campagna, sull’agricoltura, sulla vitivinicoltura perché si consolidi quel circuito virtuoso che ha consentito a molte piccole realtà di tornare a vivere, di fare restare i giovani, di guardare ai propri cittadini con l’orgoglio di rappresentare, non solo per il turista ma in primis per loro, una comunità migliore che vive su un territorio migliore. Inoltre, conclude Razzano, la crescita e lo sviluppo del settore potrà avvenire soltanto se si riuscirà a mettere a sistema tutti i protagonisti della filiera: dai comuni, ai vitivinicoltori, ai trasformatori ed operatori turistici che dovranno essere in grado di promuovere il vino e tutti gli altri prodotti di eccellenza e con essi i territori dai quali provengono. Questo è l’obiettivo dell’Associazione ed in questa direzione si lavorerà al fine di contribuire a superare il momento difficile che sta vivendo il settore vitivinicolo e con esso tutto il mondo agricolo”.
L’Associazione Nazionale Città del Vino, della quale ricorre quest’anno il 25° anniversario dalla fondazione, nasce a Siena il 21 marzo 1987 per volontà di un gruppo di trentanove sindaci che decisero di dar vita a questo sodalizio per contribuire a rilanciare l’immagine e la qualità del vino italiano, fortemente compromessa dallo scandalo del vino al metanolo, che nei mesi precedenti aveva provocato ben 19 vittime e molte infermità anche permanenti.
L’idea fondante fu quella di organizzare un “movimento” che potesse sostenere le imprese vitivinicole nella promozione del vino ma al tempo stesso individuava già allora nel valore del territorio la carta da giocare per lo sviluppo delle aree rurali.

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