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direttore Antonio De Cristofaro

Sea, Governance dei beni Culturali: VII appuntamento

Scritto da il 4 maggio 2012 alle 19:48 e archiviato sotto la voce Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Martedì 8 maggio, alle ore 11,00, nella Sala Ciardiello della Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università del Sannio, si parlerà di Piani di Gestione Integrata del Territorio: il paesaggio fluviale ed il sistema delle acque. Dopo i saluti istituzionali, interverranno alla discussione il geologo Rocco Lafratta, gli assessori all’ambiente delle province di Benevento e Avellino, Gianluca Aceto e Domenico Gambacorta. Il dibattito sarà moderato da Maria Paradiso, docente di Organizzazione e Pianificazione del Territorio all’Università del Sannio. Concluderà Vera Corbelli, segretario generale Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno.
L’art. 2 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, definisce il patrimonio culturale come la risultante dei beni culturali e dei beni paesaggistici. I primi, sono definiti come “testimonianze aventi valore di civiltà”; i secondi, come “espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio”. L’art. 142 dello stesso D.Lgs. 42/04, definisce come oggetto di tutela e valorizzazione, per il loro interesse paesaggistico, “i fiumi, torrenti ed i corsi d’acqua […] e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 m. ciascuna”.
Il paesaggio, i fiumi ed il sistema delle acque, dunque, come beni culturali da tutelare e valorizzare perché la valorizzazione di un territorio non può limitarsi alle sue manifestazioni museali, architettoniche o archeologiche, ma deve piuttosto allargarsi alla sua “complessità” per produrre effetti benefici esterni al bene stesso. È necessario allora riflettere su percorsi di pianificazione strategica, ampiamente partecipati e condivisi, per la riqualificazione dei bacini fluviali. Questa, secondo quanto stabilito dalla legge nazionale di recepimento della Convenzione europea del paesaggio, va intesa nella sua accezione più ampia, considerando gli aspetti paesistico-ambientali e le matrici fondative del territorio regionale (idrogeologica, geomorfologia, evoluzione degli ecosistemi naturali e antropici, ecc.) ed interpretando opportunamente le “storie insediative locali”. Gli strumenti di pianificazione strategica si traducono così in processi dinamici in cui le comunità conservano, interpretano e valorizzano il proprio patrimonio in funzione di uno sviluppo sostenibile, regolato su criteri di pubblica utilità, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale. Elementi fondamentali per la realizzazione di tali processi “partecipativi”sono: la comunità (comuni, province, regione, associazioni, imprese, cittadini, ecc.); il territorio (suoli, acque, insediamenti, aria, ecc.); l’insieme di politiche e di progetti a diverse scale/livelli.

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