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Sant’Agata, Serino: ‘La gestione della caccia in Campania, una vera delusione’.

Scritto da il 19 aprile 2012 alle 20:12 e archiviato sotto la voce Foto, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Sant’Agata, Serino: ‘La gestione della caccia in Campania, una vera delusione’.

‘Mai nessuno in Campania,nel vero senso della parola e dei fatti,si è interessato della caccia ed è facilmente dimostrabile’. Cesare Serino – Consigliere Comunale di Sant’Agata dei Goti.
La politica dell’estremismo ambientale nel corso degli anni ha ridotto in Campania la caccia a vile attività sociale.
Oggigiorno, debellato tale estremismo ambientale ne è sorto un altro, l’estremismo delle poltrone nella politica venatoria.
La politica venatoria in Campania dovrebbe essere gestita,uso il condizionale, dal mondo associazionistico venatorio in concertazione con quello agricolo ed ambientale. Dovrebbe essere gestita in effetti in concertazione tra l’espressione rappresentativa venatoria,l’espressione del territorio,ovvero il mondo agricolo,la rappresentanza di tutela ambientale,tutti in condivisione con gli organismi istituzionali,rappresentanti giuridici.
Nella forma è così,purtroppo nella sostanza no.
Basta analizzare quanto in essere ad esempio nel Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale nella seduta del giorno 17 Aprile.
Uno degli ordini del giorno era la bozza di regolamento per l’istituzione e la gestione degli ambiti territoriali di caccia alla fauna stanziale e per l’esercizio della caccia programmata in Campania.
La domanda sorge spontanea: quale tavolo istituzionale di concertazione ha istruito tale bozza ?
Non mi risulta alcun tavolo in merito.
La seduta infatti,non a caso, è stata rinviata alla prossima settimana proprio a causa di questo punto all’ordine del giorno:assenza di concertazione,partecipazione.
E’ effettivamente difficile che alla regione Campania possa parlarsi di partecipazione e concertazione quando si affronta la tematica venatoria.
Quale rappresentante politico,liberamente e democraticamente eletto,non quale rappresentante di categoria , ripongo la domanda al personaggio che presiede tale comitato e lo invito a dare una risposta al popolo dei 45mila cacciatori campani.
In sintesi a quanto pare la convulsa riunione del CTFVR nel giorno 17 aprile, diretta ed orchestrata sempre dai soliti musicanti, è stata solo semplicemente rinviata di una settimana a causa dell’approvazione del nuovo regolamento che detta la nuova geografia politica degli ATC in Campania, confinando fra l’altro i 45.000 cacciatori campani a poter effettuare solo 30 giornate di caccia alla migratoria con prenotazione anche nell’ATC di residenza
I cittadini campani praticanti l’attività venatoria necessitano di una risposta, in quanto il settore venatorio della Regione Campania e delle Province campane si regge esclusivamente sui versamenti dei cacciatori,ovvero sulle tasse che i cacciatori pagano allo Stato,alla Regione,alla Provincia.
Nelle more della giurisprudenza gli adempimenti di legge devono essere regolarmente effettuati ma comunque devono rappresentare anche la sintesi di una concertazione,ovvero di tavoli di concertazione e di condivisione che in effetti in merito non ci sono stati,a meno che non sia prevista la partecipazione democratica al processo gestionale della caccia.
In sostanza mi pare che pur cambiando la musica,i musicanti sono sempre gli stessi ad imporre pensieri monocratici’.

2 Risposte per “Sant’Agata, Serino: ‘La gestione della caccia in Campania, una vera delusione’.”

  1. donatiello carmine scrive:

    ….e’semplice basta moltiplicare i costi per il numero dei cacciatori e si arriva al “Giro d’affari” relativo.e trarre le relative deduzioni…..

  2. Luigi Ciccarelli scrive:

    Gent.mo Consigliere Comunale Cesare Serino,
    è palese che Lei non ha proprietà terriere in Sant’Agata dè Goti, nè è uso chiedere ai contadini del posto gli effetti devastanti delle scorribande dei suoi “praticanti attività venatoria”. Già perchè sono proprio “praticanti” nel senso che non hanno nessun rudimento di cosa sia la caccia e come rispettare il suolo che si calpesta.
    Solo qualche fatto accaduto personalmente: 1) fucilate a 50 – 60 metri da casa, con ricaduta di pallini sull’aia; 2) razzia di ortaggi e frutta; 3) calpestio di campi coltivati, ecc..
    Si, facciamola pure la “concertazione”, ma per tutelare le proprietà, non per privilegiare chi, pagando una “tassa”, si arroga diritti sulle proprietà degli altri inaccettabili in una democrazia.
    Cordialmente.
    L: CIccarelli

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