Un pari che vale quanto una vittoria, conquistato con grande merito dagli uomini di Imbriani nella tana di un avversario capace di non steccare ormai da diciassette turni. Un match difficile non solo per la caratura tecnica degli avversari – che nonostante i problemi societari non hanno perso la forza e la voglia di lottare per qualcosa di prezioso – ma perché un ulteriore imbarcata avrebbe potuto mandare di nuovo a picco i sogni giallorossi. Ma questa volta gli uomini di Imbriani hanno avuto una reazione imperiosa, da grande squadra: dopo lo svantaggio, subito per una distrazione, non si sono disuniti, ma rimboccato le maniche e raddrizzato il match. Lo hanno fatto credendoci fino in fondo, battagliando fino all’ultimo granello di clessidra e unendo alla qualità tecnica in dotazione anche il carattere e la determinazione. E proprio queste ultime due peculiarità, più di qualunque altra dote, ci è piaciuto vedere. Il campo consegna una squadra più sicura dei propri mezzi, grintosa e vogliosa di rincorrere un risultato; di non arrendersi alla tempesta ammainando le vele e tirando i remi in barca, ma capace di andare incontro al proprio destino per sovvertirlo, per mutarne l’esito. Non è dunque solo un pari quello portato via da Taranto. Un punto sì importante per la classifica, perché la smuove e perché mette più pressione alle battistrada, ormai in affanno da qualche turno. Piuttosto la consapevolezza che la squadra sta crescendo e maturando partita dopo partita. Frutto di un lavoro prezioso che i due tecnici Imbriani e Martinez stanno portando avanti giorno dopo giorno e che va anche oltre l’aspetto tecnico. La squadra è più unita di prima, i calciatori stanno acquisendo la mentalità dei loro trainer e atleti d’esperienza si stanno ritrovando, cominciando a prendere la squadra per mano. In campo si scorge maggior orgoglio e voglia di lottare, di sacrificarsi per la causa, e non solo di divertirsi prendendo a calci un pallone. Ci fa enorme piacere vedere Rajcic in splendida forma, capace di esprimersi sopra le righe, da fuoriclasse qual è, iniziando finalmente a dirigere le operazioni d’attacco della corazzata giallorossa, oltre a badare alle incursioni avversarie. Doti da direttore d’orchestra del croato che potrebbero servire quando i compagni di reparto non riescono a far breccia tra le mura nemiche e spiccare il volo se fosse, almeno in parte, dispensato dal compito di incontrista da uno come Luisi e da una difesa che sta ritrovando sempre più il suo smalto, con l’ascesa autoritaria di Siniscalchi e Rinaldi che quando giocano ai loro livelli fanno davvero sentire la differenza.
Come sostiene Carmelo, c’è forse ancora tanto da lavorare, per migliorarsi certo, per evitare errori a cui non sempre si fa a tempo a rimediare, ma soprattutto perché c’è un sogno da dover conquistare.
di Edoardo Porcaro