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direttore Antonio De Cristofaro

Ospedale ‘Rummo’, Comitato Precari: ‘La lite tra i sindacati non tutela i lavoratori’

Scritto da il 7 agosto 2009 alle 17:03 e archiviato sotto la voce Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il Comitato Insegnanti Precari Sanniti, in merito alla polemica tra i sindacati, riguardante la situazione dei lavoratori all’ospedale Rummo, ha dichiarato:
‘La disgregazione tra le varie sigle sindacali – si legge nella nota – la poca compattezza e coesione sta generando e creando la mancata tutela lavorativa delle fasce soprattutto più deboli.
E’ noto oramai a tutti che una parte dei sindacati hanno deciso di usare la cosiddetta mobilitazione soft e di appoggiare in toto le iniziative di Governo. Il 30 ottobre scorso oltre un milione di persone tra docenti, personale amministrativo e ATa, alunni e genitori hanno sfilato per le vie di Roma per dire no alla riforma. Oltre il 60% del personale lavorativo dell’istruzione ha aderito allo sciopero per manifestare il proprio disenso.
Evento che avrebbe dovuto cambiare qualcosa ma purtroppo non è stato così perchè la UIl, la Cisl avevano oramai deciso di collaborare col Governo, di dissociarsi dagli altri “dissidenti”. Questa “rottura” permette a chi ci governa di attuare le proprie riforme che spesso ledono le fasce più deboli senza tenere affatto in considerazione le richieste dei sindacati che nel frattempo pubblicamente continuano a battibeccare.
Chi ne paga le conseguenze alla fine? Il lavoratore, in particolare quello precario. Il caso dei precari del Rummo è simile a quello dei precari della scuola. Stipulano contratti triennali, vivono nella speranza che venga loro rinnovato il rapporto lavorativo, danno e rendono il massimo al lavoro augurandosi che il loro buon operato venga premiato con l’assunzione definitiva, cercano di normalizzare la loro vita da precario casomai mettendo su famiglia e poi puntualmente vengono disillusi.
E seppure c’è qualche sindacato che cerchi di far si che le cose cambino, che la precarietà non costituisca più la normalità nei settori lavorativi, che faccia in modo di riparare a degli errori commessi in passato dando il proprio beneplacito alla legge che avrebbe quantuplicato i contratti a termine, c’è qualcun altro che invece imperterrito decide di appoggiare il datore di lavoro piuttosto che il lavoratore anche se è quest’ultimo che gli permette di esistere.
Le parole di Fioravante ” i lavoratori somministrati della GI GROUP hanno lavorato per tre anni presso l’azienda Rummo ed hanno concluso il contratto in data 31.07.2009. Quindi non si tratta di
licenziamenti, ma di un lavoro a termine che ha avuto un inizio ed una fine…” rendono bene l’idea che si ha dei lavoratori a termine. Costituiscono il nulla lo zero assoluto.
Contratto a termine scaduto non dovevano farsi illusioni, non hanno nulla a pretendere e aggiungiamoci pure le solite frasi di rito che quotidianamente si pronunciano e che quotidianamente ci umiliano i soliti piagnoni disadattati…. Come Ponzio Pilato la UIL se ne lava le mani e mette
la propria coscienza a posto. Intanto il povero lavoratore a tempo resta alla mercè di tutti, poco difeso e tutelato per niente. Noi non possiamo che esprimere la nostra solidarietà ai precari del Rummo e pubblicamente li invitiamo a unirsi a noi, chiediamo ai precari tutti, ai lavoratori atipici di mobilitarsi insieme affinchè le cose cambino, affinchè la dignità lavorativa sia di tutti e non solo di alcuni. Al segretario Fioravante consigliamo di fare poca demagogia e di ascoltare il lavoratore debole sempre e non solo in periodo di tesseramenti.
Al segretario dell CISL che giorni fa aveva cantato vittoria riguardo le assunzioni a tempo indeterminato nella scuola ( a Benevento 46 posti di ruolo di cui 4 nell’infanzia, 1 alle scuole secondarie di secondo grado e 41 nel sostegno), ricordiamo che ci saranno centinaia di disoccupati come già preventivato e accennato da mesi e che per questi lavoratori non è affatto dignitoso e risolutivo pensare al contratto di disponibilità con un compenso che non arriva al 50% dello stipendio. Lavoratori da oltre 10 anni mandati a casa col contentino. E il prossimo anno cosa succederà loro?
Queste sono le mobilitazioni soft e le grandi vittorie conseguite? Per noi è fumo negli occhi, nebbia rivolta all’opinione pubblica che nasconde un problema grave: se a 50 anni si è ancora precari per i nostri figli, le generazioni future cosa c’è in serbo? Qualcuno cominci a chiederselo’.
rummo22

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