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direttore Antonio De Cristofaro

Prezzari non aggiornati nelle gare pubbliche: la denuncia dell’Ance di Benevento

Scritto da il 23 luglio 2009 alle 13:16 e archiviato sotto la voce Attualità, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il Presidente dell’ANCE Silvano Capossela lancia l’allarme delle imprese edili per l’utilizzo, da parte delle stazioni appaltanti, di prezzari non aggiornati per le opere pubbliche.
“Chiediamo – ha affermato il Presidente dell’ANCE – il rispetto delle norme. Non possiamo più sopportare che si redigano bandi di gara facendo riferimento a prezziari vecchi. Questa cattiva prassi mette in difficoltà le imprese e non tutela le stazioni appaltanti.
Sono costretto a denunciare questa situazione pubblicamente perché pur avendo segnalato questa anomalia ufficialmente, non sempre troviamo dall’altro lato chi è disposto ad ascoltarci.
Di recente abbiamo contestato alla Provincia di Benevento i lavori relativi al restauro dell’Eremo di San Michele per il quale è stato utilizzato un prezzario del 2006. Fino ad ora non c’è stato alcun riscontro, ma noi siamo pronti ad andare avanti, se del caso, anche ricorrendo alla magistratura, come già hanno brillantemente fatto i nostri colleghi dell’Ance Catania.
“La questione” continua Capossela “è molto delicata. Intanto esiste un obbligo di legge (art.133 comma 8 d.lgs. 163/2006) che impone a tutte le stazioni appaltanti di aggiornare annualmente i propri prezzari. Su tale aspetto la giurisprudenza è concorde nel considerare illegittimo il bando di gara che si discosta da tale principio.
Ma l’elemento più preoccupante – soprattutto in una realtà come la nostra, ancora immune dalla presenza di infiltrazioni criminali, ma nello stesso tempo molto appetibile per le stesse – è che l’utilizzo di listini prezzi datati per la redazione dei progetti posti a base di gara, falsa la concorrenza tra le imprese e agevola proprio quelle aziende che non lavorano in qualità e sicurezza.
Queste praticando ribassi su prezzi di per se già ribassati (perché non aggiornati) non possono avere alcun margine di profitto, a meno che non risparmino su altre voci di costo, ponendosi al limite della legalità. Un’impresa che non fa profitto è un’impresa anomala, che va contro ogni regola di impresa e, quindi, desta non poche perplessità.
Anche lo scostamento di uno o due anni tra un prezzario ed un altro, appare insostenibile per le imprese alla luce dei continui aumenti dei prezzi delle materie prime che hanno portato il Governo ad intervenire con provvedimenti urgenti per far fronte ad una situazione talmente grave da portare le imprese, in alcuni casi, a chiedere la rescissione del contratto per squilibrio del sinallagma contrattuale.
“Occorre che le stazioni appaltanti si adeguino al più presto” continua Capossela, perché le imprese, soprattutto in questo periodo di crisi non hanno alternative e la risposta ai bandi pubblici diventa l’unica fonte di lavoro.
Non siamo più disposti a subire passivamente decisioni arbitrarie e contrarie alle norme”.
Capossela_ance

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