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Centrali energetiche, le considerazioni di Masiello

Scritto da il 21 luglio 2009 alle 19:46 e archiviato sotto la voce Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il presidente della Camera di Commercio di Benevento, Gennaro Masiello, è oggi intervenuto in merito alla costruzione della centrale Turbogas di Ponte Valentino e quella a biomassa di San Salvatore Telesino rilasciando la seguente dichiarazione:

“Da giorni si discute sulla costruzione di una centrale Turbogas a ciclo combinato da 385 MW e di una centrale a biomassa di 10-12 MW da realizzate nell’area ASI- Ponte Valentino di Benevento ed a San Salvatore Telesino.
Sebbene l’Ente da me presieduto non è coinvolto nelle procedure tecnico–amministrative sento comunque l’obbligo di intervenire per porre sul piano della discussione alcune considerazioni che ritengo fortemente legate tra loro.
La prima, di carattere più generale, riguarda l’ambiente. Senza scomodare il protocollo di Kyoto e l’impatto ambientale globale è opportuno evidenziare i probabili effetti che questi impianti avranno sul territorio limitrofo: variazioni del microclima, ricaduta al suolo di inquinanti chimici, contaminazione dell’aria.
Non vanno, quindi, sottovalutate le conseguenze negative sull’agricoltura per i danni provocati dalle piogge acide, dalla contaminazione chimica del suolo, delle falde acquifere e delle colture oltre che dalla presenza di polveri sottili nelle coltivazioni. Un insieme di elementi che pregiudicano la valorizzazione dei nostri prodotti tipici che traggono la loro forza proprio dalla salubrità e dalla tutela di un ambiente in gran parte ancora incontaminato.
Risulterebbe contraddittorio parlare di valorizzazione delle produzioni territoriali se poi il contesto nel quale essi si originano è inquinato; se i suoi attuali ed eccellenti prodotti potrebbero compromettere la salute dei consumatori.
A ciò si lega la seconda considerazione. Essa riguarda gli aspetti programmatici nazionali, regionali, provinciali e comunali cui è demandato un processo di sviluppo. Uno sviluppo sostenibile, modellato sul territorio, coerente con i nuovi processi produttivi nazionali e internazionali ma in evidente contrasto con i casi di cui parliamo.
Appare, quindi, sempre più evidente la necessità di programmare con un processi molto più condivisi ed allargati ai cittadini ed al sistema produttivo. Occorre evitare che la parola “programmazione”, utilizzata a volte in maniera subdola, colpisca alcuni territori piuttosto che favorirne lo sviluppo economico e sociale.
In questi termini il nostro territorio ha già pagato molto. Mi riferisco, in particolare, al caso dei rifiuti (discarica di Montesarchio e Sant’Arcangelo a Trimonte) dove scelte non allargate e condivise dalla base sociale sono state tollerate solo per il lodevole senso di civiltà e buon senso delle comunità interessate.
Ed infine l’ultima che ha forse di carattere più strategico, perché mira a verificare se gli impianti di cui parliamo possono inserirsi ed aiutare il sistema produttivo locale. Un’attività certamente complessa che probabilmente richiede una progettazione tecnica ed economica quasi doppia rispetto al solo progetto impiantistico.
Nel caso delle biomasse vergini, ad esempio, ritengo che bisognerebbe progettare produzioni – trasferenze e vere compensazioni economiche verso un mondo agricolo oggi così in difficoltà. Richiamando il concetto federalista, sono convinto che sul nostro territorio debba costruirsi un modello di sviluppo su misura; adeguato alla sua cultura ed alla sua storia; alle sue risorse umane ed a quelle produttive. Ciò che con vigore deve essere evidenziato è che l’ambiente (forse mai come in questo momento storico) ha un forte valore economico e, se ben utilizzato, è confrontabile alla stessa energia che produce”.
Camera_Commercio

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