Riceviamo e pubblichiamo:
L’on.le Colasanto qualche giorno fa ha riferito che l’adesione al PdL del sindaco di San Bartolomeo in Galdo e di qualche assessore è frutto di buona politica. Io dico: Certamente non la sua! Voglio qui ricordare, per chiarezza, il suo operato durante le trattative tra i vari gruppi per arrivare alla definizione delle liste della competizione elettorale scorsa.
Il politico baselicese nell’occasione, ha fatto diverse riunioni nella sua locanda, con diversi gruppi che si erano formati a San Bartolomeo in Galdo, insieme ai suoi nuovi amici, al fine di concordare soluzioni atte ad affidare a qualcuno di essi il compito di capeggiare la lista e magari isolare altri, ritenuti scomodi e non proni ai suoi desiderata. Nella prima riunione, fatta nella sua sede del P.d.L. di Benevento, evidentemente un primo accordo preso è saltato e la candidatura del suo beniamino è stata superata per la diversa rappresentazione della realtà fatta da tante persone presenti e che non ha potuto smentire. Convinto allora che la lista del PdL doveva avere la presenza dell’UDEUR, ed in particolare del figlio dell’ex sindaco Agostinelli, – ha combattuto e fatto di tutto per fare una lista alternativa a quella dell’attuale sindaco Sangregorio, peraltro senza riuscirci, dimenticando che il gruppo consiliare di F.I. – composto allora da tre consiglieri – aveva nella precedente amministrazione, fatto l’opposizione proprio ad Agostinelli – che ha lasciato una disastrosa e catastrofica situazione economica e finanziaria del comune. E’ però riuscito a negare il simbolo del partito alla lista poi risultata vincente ed a far dividere i molti amici da sempre simpatizzanti del partito di Berlusconi. Complimenti! Inoltre in piena campagna elettorale è stato in compagnia dell’ex sindaco Agostinelli e del candidato a sindaco Marcasciano che era avversario della lista c.d. dei giovani. Ha partecipato anche con Agostinelli, che sembrava appoggiasse la lista Marcasciano, al comizio di questi e così facendo, certamente non ha dato alcun contributo alla vittoria dell’attuale sindaco Sangregorio. Ora però, ha cercato di mettere il cappello sui vincitori, ed ha raccolto le adesioni al partito del sindaco, già simpatizzante del PdL (lo si era detto anche prima della formazione delle liste), e di alcune persone – degnissime anch’esse – che forse alle scorse elezioni europee hanno votato Di Pietro dell’Idv. La cosa sconcertante è che si cerca di isolare chi da sempre è stato con lealtà e correttezza nel partito, alcuni provenienti da A.N. altri da F.I., e che sono certamente i più, per privilegiare pochi altri che però godono ora delle simpatie del cavaliere baselicese. Questo è un sistema vecchio ed egoista di fare politica in quanto è finalizzato a creare correnti e fazioni, con la conseguenza di creare deleterie frizioni nell’ambito della nuova amministrazione che sono da scongiurare con ogni mezzo. La riprova è che nel consiglio comunale di ieri l’intera amministrazione si è costituita nel gruppo “Punto e capo. Per un nuovo corso” e purtroppo, in conseguenza di quella iniziativa, non è stato costituito il gruppo del PdL come auspicavamo. Noi abbiamo l’obbligo di cercare di amalgamare il vecchio ed il nuovo e trarre da questo lavoro di ricucitura le forze migliori che possano portare il partito a nuovi e più ambiziosi traguardi e la nostra comunità, da sempre martoriata e dimenticata da tutti, ad essere protagonista di una nuova stagione di arricchimento e progresso fino ad oggi negato. La divisione non è mai frutto di buona politica e non porta ad alcun risultato positivo per nessuno. L’invito è di abbandonare le logiche correntizie e di lavorare tutti uniti per il bene comune. Auguri a chi ha la possibilità e la responsabilità di farlo. Il vecchio gruppo di F.I. da parte sua, intende, con tutte le forze e la passione politica, contribuire in maniera determinante alla costruzione di un partito che sia di aiuto a questa nuova amministrazione in termini concreti e non solo verbali, e che non sia fuorviante rispetto alle necessità della nostra collettività, e sia effettivamente aperto alle forze migliori e rappresentative. (Erminio Pacifico)