I PID – I Popolari di Italia Domani – nascono in Provincia di Benevento, per affrontare in modo chiaro ed immediato le problematiche della comunità sannita. I Popolari nel Sannio sono la naturale continuità dell’esperienza di tutela dei diritti civici dell’associazione Cittadinincomune per Benevento, che è diventata in breve tempo punto di riferimento dei diritti dei cittadini, oggi sempre più calpestati. Qual è allora la mission dei Pid in provincia di Benevento? Superare le ragioni profonde del distacco dei cittadini del fare politica ed esaltare, invece, le positività dell’azione politica, che incide profondamente sulla vita di ogni singolo cittadino. Intendiamo perciò proseguire sulla scia tracciata da Cittadinincomune per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere e sostenere la cultura della partecipazione e della collaborazione tra cittadini e le istituzioni, aumentare l’efficacia e l’ efficienza nella gestione dei beni pubblica.
Partendo da queste premesse i Pid di Benevento e del Sannio intendono proseguire in modo più forte ed incisivo le azioni politiche a favore dei cittadini. Nell’area territoriale sannita che comprende un insieme di popolazioni, storie, tradizioni, culture, ed economie diverse, bisogna individuare le linee guida – culturali e politiche insieme – per operare sinergicamente così da ottenere quei benefici effetti che possano risolvere i piccoli e grandi problemi delle persone che nel territorio giornalmente vivono, lontani dalla politica diventata sempre più retorica e conflittuale, che bada più agli interessi personali che alle grandi spinte ideali.
Dobbiamo insieme ai cittadini riappropriarci della capacità di dominare la complessità che ci circonda, occupandoci delle vere esigenze della gente rispondendo alla avvertita esigenza di una sana rappresentatività territoriale e di tutela di specificità culturali, per recuperare la capacità di rendere un servizio alla collettività ed attivare un processo di partecipazione essenziale alla vita della comunità.
Vogliamo perciò costruire un partito fortemente radicato nel territorio rappresentato da persone moderate e credibili che siano in grado di dare un forte contributo ai nostri obiettivi prioritari che riguardano giovani, lavoro, sanità, lotta alle disuguaglianze, diritti dei cittadini e ascolto continuo attraverso le antenne sui territori. E, per farlo si deve tradurre lo slogan “essere vicino ai bisogni della gente” con concreti atti di avvicinamento, di conoscenza, di condivisione e di soluzione dei problemi.
Questa è la piattaforma che i Pid del Sannio intendono proporre e portare avanti con determinazione ed entusiasmo. Con questi sentimenti – è il coordinatore provinciale Antonio Verga che parla - rivolgo a voce alta un forte appello ai tutti i moderati di centro che sentono forte i valori del popolarismo per la unificazione sotto il nuovo gonfalone, tutte le forze moderate che in questi anni hanno profuso le loro energie, al popolo dei centristi, liberal, giovani e donne, laici e cattolici, agli imprenditori e commercianti, al mondo delle arti e delle professioni, alle forze sindacali, unitamente alle energie vive dell’associazionismo civico e del volontariato; categorie che nel Paese sono rappresentative della maggioranza e che costituiscono il riferimento tangibile dell’esperienza popolare degasperiana e sturziana. Insieme esse intendono interpretarlo e vivere gli ideali di sempre in chiave moderna, corroborandoli con quei sani principi liberisti e federalisti che possono favorire la costruzione di uno stato unitario e moderno a vocazione federalista e presidenzialista.
SUL RINNOVAMENTO DELLA CITTÀ E DELLA PROVINCIA
Occorre mobilitare tutte le intelligenza presenti nella città per ripensare al ruolo e alle funzioni della città. La città deve tornare ad essere al centro dell’attenzione nazionale, ma per farlo occorre un grande sforzo di mobilitazione e di trasformazione. Ma per fare ciò bisogna rimodulare il rapporto con gli istituti culturali a partire dall’Università, che oltre a produrre cultura e ricerca deve sviluppare processi elaborativi che hanno forte ricaduta sul territorio, sulla sua tutela e sul suo sviluppo. Occorre inoltre far diventare corpo vivo della città le soprintendenze dei Beni artistici e culturali e quella dei Beni archeologici che unite alle azioni di tutela legate alla fruizione e alla valorizzazione delle risorse culturali. Gli istituti culturali presenti sul territorio oggi arrancano. Hanno perso la loro funzionalità la Biblioteca Provinciale e il Museo del Sannio, ove il personale scarseggia e la direzione langue. Stesso discorso per il Conservatorio, un istituto oramai chiuso su sé stesso, tutto ripiegato sul rapporto con la direzione generale del ministero, che fa affluire fondi che vengono spesi senza che l’istituto e la città vengono coinvolti. Mi hanno informato che qualche tempo fa la direzione generale abbia erogato 200.000 € per l’acquisto di strumenti avvenuto senza gara, lo scorso anno altri 600.000 € per l’acquisto di un immobile in via Bartolomeo Camerario senza che la città sia stata informata e recentemente sempre la direzione generale ha erogato al Conservatorio altri 900.000 € che non si sa come sono stati spesi. Altro capitolo sono i servizi che devono diventare più economici ed efficienti. Non è possibile che il comune di Benevento non trasformi la Tarsu in Tia, nonostante che la tariffa per la raccolta dei rifiuti sia stata abolita definitivamente, poiché iniqua ed illegittima. Sui trasporti ritorneremo a breve, certo quanto avvenuto all’Amts, stendiamo un velo pietoso poiché è compito della Magistratura far piena luce su quanto accaduto.
Per quanto riguarda la sanità essa costituirà uno dei cavalli di battaglia dei Pid. Riteniamo, infattoi che la politica sanitaria deve essere improntata all’etica: essa deve garantire la libera scelta del paziente di scegliere cure, ospedale, casa di cura o di assistenza servizio a domicilio. La politica sanitaria non può essere governata solo con i tagli di risorse, come sta accadendo in questi ultimi anni nella Regione Campania, insieme al Lazio le più disastrate d’Italia dopo anni digestione superficiale che hanno ridotto la qualità dei servizi pubblici ai livelli più bassi in Italia. I malati e particolarmente le categorie deboli come i disabili, gli affetti da morbi invalidanti e simili non possono subire le inefficienze che non hanno causato loro ma debbono essere in grado di scegliere le cure, le strutture e i tipi di assistenza. I Medici di famiglia e le Associazioni di volontariato dovranno partecipare alla riorganizzazione della sanità pubblica, oltre che rafforzare la loro presenza negli organismi già previsti dalla legge (come i Tribunali diritti del malato, Commissioni miste conciliative e simili). I Pid sostengono la necessità improrogabile di agevolare le forme di collaborazione tra pubblico e privato, specie nel riutilizzo delle strutture sanitarie pubbliche dismesse o da dismettere e indica come intervento prioritario quello sull’Ospedale di S. Bartolomeo in Galdo, in costruzione da 52 anni con circa 150 stanze e mai entrato in funzione, esempio emblematico in Italia di sperpero di denaro pubblico su cui la magistratura dovrebbe indagare a fondo. Si spera che la Regione Campania, accertato il fallimentare stato delle programmazioni verticistiche, voglia inaugurare la nuova stagione della partecipazione e dei confronti con gli operatori sul territorio, dai Medici di famiglia, alle Associazioni di volontariato, inclusa la Pastorale per la Sanità che, specie nel Fortore, può esercitare un ruolo di supporto di grande valenza sociale. Auspichiamo si attivi finalmente l’integrazione dei disabili nella società prevista da leggi e disposizioni ancora rimaste sulla carta e si aumentino i miseri importi dell’assegno sociale fermo a 257 euro mensili che suonano come una beffa allorché realtà locali autonome, come a Bolzano erogano anche più di sei volte tanto legittimando differenze ingiustificate e illegittime.
SULLE COALIZIONI
Se passiamo al fronte delle coalizioni, appare inspiegabile che si sta al governo delle Regioni e delle Province in posti di primaria importanza, mentre per le comunali si progettano alleanze territoriali del tutto diverse. Emblematico è il caso dell’Udc. A Roma è all’opposizione del Governo di Centro-destra, in Campania governa con la Pdl in tutte le province tranne a Benevento che è all’opposizione del Centro-sinistra. In regione a Napoli siede in ruoli chiave come la vicepresidenza della Giunta Caldoro. A livello locale, invece, oppone forti resistenze per riprodurre la medesima coalizione di governo, senza però assumere a fronte di nuove e diverse alleanze, atteggiamenti coerenti e conseguenti. Sono questi comportamenti poco comprensibili e condivisibili che disorientano i cittadini. Stesso discorso per l’Api di Gianvito Bello. Ci attendiamo chiarezza della linea politica, ed apprezziamo il coraggio di nuove scelte, avendo compreso che con il Pd non vi può essere né dialogo nè collaborazione.
Il quadro si completa con l’aggiunta che nella spirale mediatica in cui è caduto anche un organo costituzionale per eccellenza quale è la Magistratura che in questi anni, invece di amministrare la giustizia non solo in nome dei cittadini ma per i cittadini, si è messa a rincorrere il potere politico anzi a voler assumere a tutti i costi il ruolo di arbitro della vita politica della nazione. Non a caso molti ex magistrati sono parlamentari, sindaci e presidenti di regione e altrettanti sono aspiranti in pectore, pronti a rincorrere le cariche politiche più alte, vedi Cantone e De Magistris, entrambi magistrati, che intendono concorre alla carica di Sindaco di Napoli.
SUI CANDIDATI SINDACI
La città di Benevento merita di certo un rinnovamento vero, profondo di idee proposte ma anche di uomini. I Pid accettano la sfida spinti dalla convinzione di ridare valore all’impegno civile e politico, con l’auspicio di un profondo rinnovamento e la speranza di un processo di crescita che miri alla partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni elaborando idee nuove e costruttive per il futuro della città. Quindi niente agglomerati indistinti o peggio ancora trasversalismi basati su accordi di potere. Dobbiamo guardare al futuro ed individuare la persona giusta per guidare un progetto amministrativo nuovo, coerente, trasparente, senza equivoci ed ambiguità. La storia prosegue il suo cammino, non può mai tornare indietro. E poi prima dei nomi dei candidati, vengono le coalizioni ed i programmi, solo dopo dovrà scegliersi la personalità che meglio potrà rappresentare coalizione e programma. Senza né l’una e né l’altro, le candidature non reggono sul piano politico, ma servono solo a mettere in campo proposte che non potranno realizzarsi.
SULL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Questa consiliatura comunale, ed analogamente quella provinciale, sarà ricordata come quella dell’egemonia incontrastata del Partito Democratico, che ha schiacciato e manipolato la coalizione di centro-sinistra, imponendole il predominio. Ciò si evince dai tanti atti che sono stati compiuti, dalle nomine nei ruoli chiave, alla composizione della giunta comunale, fino alle recenti nomine dei due nuovi assessori. Il Pd con prepotenza sta ricattando il sindaco Pepe, giocando sulla sua ricandidatura, nel caso non avesse nominato una donna all’assessorato alla mobilità, dopo che i Tribunali amministrativi avevano intimato la nomina in quota rosa, cosa puntualmente avvenuta per sistemare gli equilibri interni alle sue turbolenze interne (che la meteorologia chiama correnti). Ha preteso ed ottenuto la revoca dell’assessore ai Lavori Pubblici, che aveva il torto di operare in piena autonomia. Ha preteso ed ottenuto la revoca del presidente dell’Amts ed ha indicato la composizione e la nomina di un nuovo Cda. Ma il presidente il nuovo carica ci ha ripensato e il Pd si appresta ad indicare un nuovo presidente all’AMTS di sua diretta espressione. Ancora. Il Pd ha preteso ed ottenuto di mantenere in vita l’assessore provinciale al lavoro dell’Italia dei Valori, sia pur orbato dell’unico consigliere provinciale subentrato al compianto Maddalena, transitato nelle sue fila. Ha preteso ed ottenuto che un assessore di qualità, che ha dato lustro, prestigio e decoro all’amministrazione comunale, fosse revocato regalando all’Idv la poltrona ad una donna, carica che sul campo non era stata in grado di conquistare, non riuscendo ad eleggere nel 2006 nemmeno un consigliere. Sicuramente lasciare al proprio posto una esorbitante presenza di assessori Pd che sono in numero quasi pari ai suoi consiglieri e colpire l’assessore Lisi, che pure non ha fatto mistero di aver votato alle scorse regionali per il Pd, è stato un atto oltre che di arroganza politica un autogol che ha sortito l’effetto di frantumare ancor più la coalizione di governo, decretando così in modo definitivo la fine della attività di questa consiliatura. Il Pd ha voluto determinare con questo ultimo atto l’eutanasia dell’amministrazione comunale, che a dir il vero da tempo versava in stato comatoso. Per cui al Pd ben sembra ben accostarsi il noto slogan sull’AIDS: “Se lo conosci lo eviti”. Ed i cittadini e partiti lo hanno ben capito, per cui sceglieranno di conseguenza.
L’INTERVENTO DELL’ON. PASQUALE GIUDITTA
“I Pid si inquadrano lealmente in uno schieramento nazionale di centro-destra, che crede nel bipolarismo. Il Terzo Polo cerca furbescamente di occupare uno spazio, senza però scegliere con chi stare. I Pid di cui siamo stati i cofondatori danno il loro sostegno al governo Berlusconi nell’interesse del Paese per assicurare la stabilità e la governabilità. Abbiamo perciò l’ambizione di fare un partito radicato nei territori – non a caso Pisacane è sindaco di Agerola ed io di Summonte – e non saremo mai il partito degli uomini ma un partito per gli uomini. Infatti nel nostro simbolo non c’è alcun nome, perché intendiamo dare priorità al progetto politico che unisce quanti la pensano alla stessa maniera, ma senza ambiguità ed incertezze.”
L’INTERVENTO DELL’ON. MICHELE PISACANE
I Pid quale partito nazionale, non intende raccogliere consensi in tutta fretta, ma intende percorrere tutte le tappe, per ancorare e radicare in modo solido il nostro movimento nella società. Non intendiamo perciò presentarci ai nostri elettori in modo variopinto, cambiando ogni tanto pelle come i serpenti. La politica dopo le macerie di tangentopoli ha avuto una svolta e la stabilità di governo è stata assicurata solo grazie al presidente Berlusconi che ha saputo mettere insieme pezzi importanti della società e dei partiti. Ecco perché la costruzione del Pdl è stata un’operazione utile al Paese e per anche questo Berlusconi passerà alla storia. Il 14 dicembre è stato sconfitto il progetto del Terzo Polo che non può avere spazio nel Paese. Ecco perché l’obiettivo dei Pid si pone in prospettiva da qui al 2015, con un sogno nel cassetto, quello di unire i popolari e i moderati sotto la stessa bandiera del Partito Popolare Europeo. Alle prossime elezioni in Campania i Pid saranno presenti in tutte le città capoluogo e prevediamo nostre liste nel 70% dei comuni in cui si andrà al voto.