Riportiamo di seguito l’intervento di Sandra Lonardo, tenuto ieri in aula dopo i casi di intimidazione a esponenti del partito dei Popolari per il Sud.
Con qualche eccezione, è sorprendente l’assordante silenzio della politica regionale e dei dirigenti locali dei partiti sulla vicenda delle minacce e delle violenze rivolte, nei giorni scorsi, all’assessore regionale al Lavoro e al leader del partito dei Popolari per il Sud. Questa del Consiglio regionale, non dovrebbe essere solo la sede legislativa
della Regione, ma anche il luogo in cui discutere e affrontare le problematiche e le difficoltà, cercando soluzioni il più possibile condivise. La condivisione e la coesione non possono trovarsi soltanto quando c’è da prendersi i meriti dell’evidente svolta che questo nuovo governo regionale sta cercando di dare alle politiche del Lavoro della Regione Campania e invece svaporare nei momenti di difficoltà. L’assessore al Lavoro di questa regione non è solo espressione di una componente politica, ma è soprattutto un pezzo di un’istituzione unitaria e collegiale come la Giunta regionale. E’ un’istituzione. E l’attacco subito dall’Istituzione è un attacco subito da tutti noi, da tutti i cittadini, è un attacco alla democrazia. Perciò non si può, di fronte ad una cosa del genere, restare alla finestra a guardare, come se si trattasse di un attacco personale. È singolare, perciò, prendere atto del silenzio di chi, nei mesi scorsi, si è fatto vanto degli atti di questa giunta, promossi proprio dall’assessore Nappi, e che ora non riesce nemmeno a indignarsi per gli attacchi subiti dallo stesso assessore. Non stiamo forse parlando della stessa persona? Che cosa è cambiato adesso rispetto ad ottobre quando tutti hanno plaudito all’approvazione del piano di azione per il lavoro? È sconcertante come questa esigenza di preoccupazione non sfugga al Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che, dopo aver mostrato la piena approvazione per il Piano per il Lavoro della regione Campania, ha parlato proprio ieri di emergenza sociale… E’ sconcertante come invece queste cose passino con indifferenza sotto gli occhi di chi questa città e questa regione la vive tutti i giorni, da
amministratore o da esponente di partito. Ed è altrettanto drammatico che un parlamentare, leader nazionale del partito venga aggredito per le stesse ragioni, mentre è solo per le strade di questa città. Ed è ancora più sconcertante che questo possa accadere nel silenzio delle forze politiche locali, a partire da quelle che fanno parte della medesima
coalizione di Governo. Credetemi, quando denuncio queste cose, lo faccio con serio rammarico e seria preoccupazione, e non solo perché le ho vissute e continuo a viverle da vicino, anche personalmente e all’interno della mia stessa famiglia, ma è perché,
evidentemente, mi rendo conto che si sta perdendo il senso di una volontà ferma
e decisa di rinnovamento. In questa sede, come in quelle politiche deputate a farlo, bisogna studiare strategie comuni per affrontare, di volta in volta, le necessità, i bisogni e le tante emergenze della nostra difficile terra, ma certamente non è con il
silenzio, non è lasciando solo un rappresentante delle istituzioni, che si fronteggiano questi particolari e complicati momenti. La politica ha il dovere di fare la sua parte, non può mostrare la propria faccia e far sentire le proprie parole solo quando c’è da prendersi il merito di aver voluto provare a cambiare le cose, come sta facendo l’assessore Nappi
e tutta la giunta insieme al Presidente Caldoro. La politica è condivisione e dialogo e ha il dovere di esserlo specie quando ci sono le difficoltà e quando viene messo in discussione il libero esercizio della democrazia.
Ho ritenuto fondamentale portare la questione in quest’Aula, perché si chiarisca una volta e per tutte il ruolo di ogni singola componente politica in una coalizione di centrodestra che appoggia lo stesso governo di questa regione.