C’era grande attesa in sala stampa (intitolata proprio in settimana al giornalista prematuramente scomparso Marco Santamaria) per la prima di Giuseppe Galderisi che si è presentato allegro, energico e con una grande voglia di fare. Ha subito voluto fare i complimenti ai suoi atleti per la prestazione espressa in campo: “Ho avuto una grande risposta dai ragazzi, non tanto per il punteggio finale ma per come si sono comportati anche in dieci. La squadra è forte, ha dei valori. Sono rimasti sempre compatti ed ordinati sia in difesa che in attacco”.
In effetti, il Benevento proprio in dieci ha trovato il gol del vantaggio anche se non è servito a portare a casa la vittoria. Più che parlare di sfortuna Galderisi dice: “Siamo stati noi a non essere bravi a concretizzare le diverse palle gol che ci sono capitate.” E aggiunge “Non bisogna trovare alibi, cercare pretesti o piangersi addosso ma lavorare per migliorarsi. Inoltre la fortuna bisogna cercarsela e crederci fino all’ultimo”. Il tecnico giallorosso ci ha creduto davvero fino alla fine: “Ero convinto – confessa – che con l’ingresso di Bueno e Pintori avrei vinto la partita perché sono entrati col piglio giusto”.
Galderisi spiega anche il perché ha preferito Palermo a Joelson: “Volevo che venisse mantenuto l’ordine e tenuta una linea alta perché temevo qualche incursione aerea del loro attaccante Di Gennaro”.
E poi chiude con un pensiero rivolto alla partita di domenica prossima, il derby con la Nocerina. “Cercheremo di fare il massimo anche a Nocera. Pur sapendo le difficoltà che il match può presentare non andremo lì per difenderci”. Un chiaro segnale su come intende il calcio il sempre più popolare ‘Nanu’ Galderisi.
Grauso: “Gli spunti positivi si possono sempre trovare”
In sala stampa presenti anche Andrea Pintori, autore della rete del momentaneo vantaggio, e Claudio Grauso, al suo rientro dal primo minuto di gioco.
“Ho segnato il gol più difficile – esordisce Andrea Pintori – . Sbagliando si impara (riferendosi alla ghiotta occasione che gli era capitata tra i piedi in precedenza). Abbiamo però perso due punti. Peccato davvero”.
Il folletto sardo spiega le difficoltà incontrate dalla squadra negli ultimi metri e aggiunge: “su questo dobbiamo lavorare”.
Ma è fortemente convinto della forza del team che è: “un gruppo anche fuori dal campo”. E sull’operato di Galderisi dice: “Il mister ci rende tutti partecipi anche quelli che, purtroppo, non hanno la fortuna di scendere tutte le domeniche in campo”.
Conclude, infine, spiegando le ragioni del suo gesto verso la curva ospite dopo il gol: “Come sapete ho giocato nel Lanciano. E’ stato un anno sfortunato in cui non ci venivano pagati gli stipendi. Alla fine del campionato siamo retrocessi a causa dei dieci punti di penalizzazione che ci avevano inflitto. Senza quelli la squadra si sarebbe salvata. I tifosi (si riferisce ai sostenitori del Lanciano) mi hanno offeso ed accusato di essere un mercenario. L’episodio si è ripetuto anche qui con oltraggi rivolti anche alla mia famiglia, ragion per cui mi sono lasciato andare in un gestaccio”.
Claudio Grauso si dice soddisfatto della sua prova: “Sono contento della mia prestazione. A Natale mi sono allenato con regolarità.” Anche per lui la squadra si è ben comportata ritenendo che nessuno dei suoi compagni, compresi quelli che sono subentrati, non abbia meritato la sufficienza. Infine, sul risultato e su come possa influire sul morale quel pareggio acciuffato dagli avversari all’ultimo respiro di una partita in cui i giallorossi erano stati veri dominatori dice: “Gli spunti positivi si possono sempre trovare. Talvolta ci è capitato di vincere partite senza fare prestazioni eccellenti. Stavolta è capitato il contrario” E’ la parabola del calcio, bello anche per questo.
di Edoardo Porcaro