Sulla drammatica situazione del settore forestale in Campania, interviene anche la federazione nazionale della FAI CISL, con il Segretario Generale Augusto CIANFONI, a sostegno di un settore indispensabile per la tutela del territorio. “Gli operai e impiegati forestali, per lo più dipendenti dalle Comunità Montane, hanno il nuovo Contratto nazionale. Sottoscritto unitariamente da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil il 7 dicembre, conferma la volontà dei negoziatori, Uncem in testa, di ribellarsi al pregiudizio diffuso nella Politica e in altri interessati ambienti, anche imprenditoriali, che la tutela del territorio montano e dei boschi sia della Protezione civile e dei grandi appalti tra cui quelli dei costosissimi Canadair per lo spegnimento degli incendi estivi.
Da questa interessata presunzione scaturiscono tutte le decisioni che da sinistra e da destra, da anni, mettono a dura prova i principi della sussidiarietà e della democrazia partecipata sacrificandoli alla ideologia dell’efficientismo.
C’è voluta una sentenza della Corte Costituzionale (326/2010) per dire parole chiare e forti agli “dei sbrigativi” come Lanzillotta ieri e Calderoli oggi sul ruolo delle Comunità Montane!
Purtroppo migliaia di lavoratori forestali (come quelli della Campania) hanno poco da gioire per il rinnovo del loro Contratto nazionale visto che da mesi non percepiscono lo stipendio per la crisi finanziaria che nella loro Regione è precipitata addosso ad una Forestazione da sempre estraniata da una qualsiasi idea di impresa.
E’ quella della forestazione campana una crisi che temiamo possa diffondersi ovunque, specialmente nelle Regioni del Sud a causa della totale dipendenza del settore da risorse pubbliche.
Il Piano per il Mezzogiorno, varato nei giorni scorsi dal Governo è una buona notizia, peraltro del tutto oscurata dalla stampa delle ordalíe e dalla rissosa politica italiana, perfino da esponenti del Governo che potrebbero a giusta ragione rivendicarne il merito.
Esso, infatti, è una decisione giusta, attesa da anni. Ridà valore alla programmazione dopo lustri di spesa e di assistenzialismi all’insegna del pronto soccorso.
Nel campo della tutela ambientale il Piano per il Sud può favorire una innovativa intrapresa tra Comuni, Comunità Montane, Consorzi Forestali e Consorzi di Bonifica, cioè tutti soggetti dal forte carattere sussidiario e partecipativo.
La Conferenza Stato Regioni e i Governatori, cui Fai Flai e Uila hanno rivolto un forte e preoccupato appello il 26 ottobre per la crisi del settore forestale nel Sud, debbono dare un sollecito riscontro finora mancato.
Per questi motivi la FAI considera la conquista del Contratto di lavoro soltanto una tappa di un percorso lungo e difficile.
La Politica nazionale e regionale, proprio nello spirito del Piano per il Mezzogiorno, debbono programmare una inusitata manutenzione giornaliera del territorio perché essa costa al Paese molto meno di quanto spendiamo ogni anno a riparare i disastri.
Manutenere strade, boschi, alvei di torrenti e pendici scoscese, tra l’altro, può garantire decine di migliaia di posti di lavoro esorcizzando l’umiliazione subita per anni dai Forestali calabresi, giudicati assistiti e superflui solo perché coloro (AFOR) che avrebbero dovuto fare impresa con il loro lavoro hanno eluso competenze e doveri per cui erano pagati.
Proporremo a Uncem e a tutti gli attori della filiera bosco-montagna di condividere una grande iniziativa a sostegno di straordinarie e pluriennali opere di ripristino del territorio, di regimentazione delle acque e di manutenzione dei boschi, tutte opere propedeutiche al migliore sfruttamento delle plurime energie rinnovabili su cui si sta centrando l’attenzione di tanti grandi interessi finanziari e industriali con la tradizionale pretesa di goderne con la generosità degli scrocconi.
Occorre creare le condizioni perché il lavoro forestale e il benessere delle popolazioni montane non siano considerati estranei, ma riconosciuti economicamente vantaggiosi per tutto il Paese.”