L’Assessore alla Partecipazione, Giovanni D’Aronzo, invita tutti i cittadini a recarsi a votare per il referendum di domenica 21 e lunedì 22 giugno.
“ Il 21 e 22 Giugno, siamo chiamati a votare per il referendum elettorale – dichiara D’Aronzo – è un appuntamento importante che potrà segnare una svolta storica per la politica nazionale, quella che noi tutti vogliamo: più stabilità, più unita più coerenza.
Il referendum ha come obiettivo quello di abrogare alcune parti dell´attuale legge elettorale per le Politiche, al fine di creare un compiuto sistema bipartitico.
In particolare, SI, chiede di abolire, per quanto riguarda la Camera dei Deputati, l´attribuzione del premio di maggioranza su base nazionale, alla coalizione di liste più votata; e ad abrogare al Senato, il premio di maggioranza – sempre attribuito alla coalizione di liste più votata – su base regionale.
Se i due quesiti passassero, il premio di maggioranza verrebbe dato alla lista che riuscisse a raccogliere il maggior numero di consensi, e non alla coalizione di liste più votata. A cosa servirebbe, tutto ciò? Semplicemente a ridurre la frammentazione partitica, in quanto i partiti coalizzati tra loro, avrebbero interesse a presentarsi alle elezioni politiche con un´unica lista. Nel caso del centrodestra: avremmo un “listone” formato dal Pdl e dalla Lega. Nel caso del centrosinistra, e se la coalizione restasse quella attuale, invece, avremmo una lista unica formata dal Pd e dall´Idv. Terminata la tornata delle Europee è calato un silenzio, che spaventa anche la bella DORMIENTE del Sannio, i partiti sono assenti, i cittadini non invogliati e informati. È bene far sapere, se il referendum fallirà tutto resterà esattamente come prima. In questo caso non è come alle politiche. Non votare non è uno sfregio alla politica, ma è una resa dei cittadini.
Ci chiediamo, perché di questo referendum si parla così poco? Del perché nessuno spieghi esattamente ai cittadini, di cosa si tratta? Del perché, in questi mesi chi ha promosso questo referendum è apparso così poco nelle trasmissioni televisive? E’ molto semplice: perché se non sai che ci sarà un referendum e non sai di che cosa si tratta, è molto più probabile che tu non vada a votare. E tutto resterà come prima. Non lasciamo che la politica decida per noi anche la nostra vita. Non lasciamo che la politica decida tutto: la scuola dei nostri figli, quali ospedali, dove ricoverarci, quali sono i servizi che i cittadini hanno diritto. Oggi la politica perde gran parte del tempo nelle beghe interne, piuttosto che occuparsi dei problemi dei cittadini. Ogni qualvolta i cittadini hanno fatto sentire la propria voce abbiamo raggiunto traguardi importanti. C’è bisogno di una politica più semplice. Meno partiti e più decisioni alla gente. C’è bisogno di una politica in cui i parlamentari non sia nominati dalle segreterie dei partiti, ma, scelti dagli elettori. Andare a votare è l’unico modo di scrollarsi di dosso una politica sempre più chiusa, sempre più sorda ai reali bisogni della gente. Vogliamo una politica più semplice. Meno partiti e più decisioni utili alla gente.
Vogliamo una politica in cui i parlamentari non siano nominati dalle segreterie dei partiti ma scelti dagli elettori.
Se SI andrà a votare SI potrà dimostrare, che nulla è più possibile realizzare nel chiuso delle stanze dei partiti, che l’Italia è fondata dai suoi cittadini, fatta da uomini liberi e di carattere. Perché domenica e lunedì a vincere sia quella parte del paese che vuole reagire, che crede più al fare che a lamentarsi’.