Si è tenuto giovedì 2 dicembre il terzo appuntamento della IV edizione di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune. Nella sala del Centro di Cultura a piazza Orsini, Enrico Corti – Segretario Comunale e componente del coordinamento Cives di Piacenza – ha discusso di amministrazioni pubbliche locali tra efficienza e partecipazione. “Non sono un docente – ha dichiarato in apertura Corti – ma da trent’anni lavoro nella pubblica amministrazione”. Efficienza e partecipazione sono i due punti cardine di una rivoluzione silenziosa avvenuta nella Pubblica Amministrazione negli ultimi venti anni. “La legge 29 del 1993 comincia a fissare criteri aziendali di efficienza ed efficacia. La logica, però, non potrà mai essere quella delle aziende private. L’ente pubblico ha regole diverse; è un’azienda di erogazione di servizi pubblici, tutelati da legislazioni e da cautele”. A tal proposito Corti cita un esempio pratico che riguarda Piacenza; dice infatti che “più dei due terzi della provincia è zona di montagna; gli abitanti sono 280 mila dei quali soltanto 105 mila vivono in città; i comuni sono di varia grandezza, addirittura ce n’è uno di appena 136 abitanti. Un’azienda privata non manderà mai uno scuolabus in quel piccolo paese; esistono procedure nel pubblico che il privato non potrà mai avviare perché diseconomiche. L’azienda pubblica è tenuta, invece, ad organizzare il servizio per tutti, in maniera oculata ed efficiente. L’efficienza chiama in causa strumenti e risorse. I Comuni rispondono alle esigenze di un territorio e di una popolazione; la partecipazione è, dunque, un elemento non secondario”. Le regole del gioco di un’azienda pubblica non possono essere fisse; per loro natura sono in divenire. I Comuni, ad esempio, sono enti che regolano settori nevralgici di una comunità quali il commercio, l’edilizia, l’urbanistica, l’ambiente, la polizia municipale, i mercati. Ma le regole del cambiamento più difficili da gestire riguardano le risorse umane che lavorano all’interno dell’azienda pubblica. “In primo luogo – sottolinea Corti – le modalità di selezione del personale non dovrebbero fermarsi semplicemente al concorso; bisognerebbe investire più in formazione. Una seconda regola del cambiamento consiste nel passare da un concetto di gerarchia ad un concetto di responsabilità. Se c’è qualche disservizio bisogna interrogarsi sulla funzionalità di un determinato ruolo e non analizzare le colpe di qualcuno. Bisogna valutare i ruoli non le persone, cercando di controllare la gestione dei processi”. Corti rimarca con insistenza che l’efficienza di un ente pubblico richiede la netta suddivisione tra politica e gestione. I politici, come ad esempio sindaci e assessori, devono indirizzare l’azione di governo, tradurre i programmi in strategie ma non intervenire nei procedimenti amministrativi. I cittadini non possono essere sempre trattati alla stregua di elettori; non ci si può preoccupare esclusivamente del consenso elettorale. L’efficienza di un’amministrazione richiede però che anche i cittadini facciano la loro parte. Per chiedere un certificato, un’autorizzazione non ci si può rivolgere al sindaco affinché faccia pressione sui dipendenti. L’Amministrazione deve, per parte sua, garantire procedure che permettano di avere le certificazioni in tempi brevi. “L’azione del Comune – chiosa Enrico Corti – è un’organizzazione aperta che deve promuovere lo sviluppo di un territorio e di una popolazione, secondo i principi di sussidiarietà orizzontale e verticale sanciti dalla Costituzione”.