Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato di Daniela Basile del Comitato Insegnanti Precari e Ata Sanniti. Nel commentare le recenti proteste universitarie e studentesche che negli ultimi giorni infiammano la nostra città, qualche parlamentare sannita ha dichiarato che la Riforma attuale non ha niente a che fare con i tagli di Tremonti risalenti al 2008. Con mia grande soddisfazione, la deputata De Girolamo di fatto ha ammesso che la Riforma Gelmini in realtà era subordinata al piano di economizzazione del Ministro Tremonti e come spesso sottolineato da due anni a questa parte non garantiva in alcun modo né qualità né attenzione per il miglioramento culturale e formativo dei giovani discenti. Il piano programmatico così come le reali intenzioni di smantellamento dell’offerta formativa e di ulteriore precarizzazione del sistema scolastico risale proprio alla infausta data del 2008 e prosegue ininterrottamente senza tregua e senza tenere conto minimamente dei gridi d’allarme lanciati dal mondo scolastico. Quando a protestare erano solo i precari, qualcuno dichiarava che non avessero letto e capito bene il decreto . Poi fu la volta dei docenti di ruolo che improvvisamente si trasformarono, nonostante le rassicurazioni ministeriali, nei nuovi lavoratori precari della scuola ma, come previsto furono definiti dei “fannulloni”. Poi toccò agli studenti universitari e ai ricercatori scendere in piazza perché la Riforma epocale avrebbe acuito ed amplificato baronizzazioni e cricche penalizzato la formazione e triplicato le tasse .
Come previsto la maggioranza col solito sorrisetto sprezzante li additò come sessantottini e proseguì con modi poco democratici nel suo percorso distruttivo dell’istruzione pubblica. A distanza di due anni tutto il mondo della scuola compatto dice no a una Riforma che di innovativo ha un solo aspetto: quello di trasformare, controllare politicamente e assoggettare l’unico baluardo fondamentale ed indipendente della nostra società: la cultura e la scuola. Mezza Italia è in Piazza, i giovani ci dimostrano che non solo ci tengono al proprio futuro e alla propria formazione professionale, non solo vivono sulla propria pelle quotidianamente gli effetti dei tagli e le privazioni di ore professionalizzanti per loro fondamentali, non solo ci dimostrano che hanno una coscienza collettiva e sociale e che non sono stati anestetizzati da programmi insulsi come spesso si dichiarava ma danno un’esemplare dimostrazione: sono impegnati e hanno avuto il coraggio di opporsi con fermezza a una Riforma che compromette il loro futuro. Gli Onorevoli del Pdl vivono in una realtà plastificata lontana anni luce dal mondo concreto. Non hanno fatto bene i conti: la crisi è talmente grave che in ogni nucleo familiare, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, esistono casi di perdite improvvise di lavoro, di capofamiglia in cassaintegrazione o di precari disoccupati. Il quadro che si proietta ai nostri giovani è raccapricciante come preoccupanti diventano le loro prospettive lavorative. Questi ragazzi leggono, si informano e capiscono ed è offensivo e a dir poco vergognoso considerarli degli sprovveduti che non hanno capito nulla. Se in questo contesto c’è qualcuno che non ha capito bene sta da un’altra parte: tra le fila Governative. Chi fa determinate affermazioni cerca semplicemente di difendere oramai l’indifendibile con mezzi inefficaci e puerili. Non ci si può nascondere e sarebbe meglio in questo momento assumersi la responsabilità dei fallimenti, fallimenti, che scaturiscono dalla mancata cooperazione e dalla sordità di comodo verso il popolo sovrano ed elettore.