Dopo tutto quello che sta succedendo in Campania, dopo le preoccupanti ma realistiche dichiarazioni del presidente commissione antimafia, Pecorella che ci preannuncia il disastro ambientale, che si aggiunge a quello naturale con l’alluvione di Salerno e al dramma strutturale economico ed occupazionale, l’ultima cosa da fare era quella di generare altre tensioni nel mondo che rappresenta i lavoratori. La UIL Campania ha cercato con pazienza di avviare un percorso unitario dei tre sindacati nell’interesse prima di tutto dei lavoratori e dei cittadini di questa regione. Sembrava quasi che ci fossimo riusciti se non fosse stato per l’atteggiamento ambivalente e deleterio della CGIL. Ma se da un lato ci spiazza quest’ultima, visto che le decisioni erano state condivise da categorie e confederazioni, dall’altro non crediamo nemmeno che sia responsabile enfatizzare e dichiarare rotture irreversibili. Adesso serve responsabilità e decisioni tempestive per i cittadini che già si sentono abbandonati dalle istituzioni, che perdono il posto di lavoro, che sono in cassa integrazione, che devono pagare 50 euro in più la tarsu, che hanno irpef ed irap altissime e che scontano sulla loro pelle l’enorme deficit sanitario con ticket su farmaci e diagnostica. Non ci piacciono le ambivalenze, ma nemmeno le trincee o le tenute “da guerra”: al di là delle differenze che dividono CGIL CISL e UIL riportiamo sotto i riflettori le problematiche dei lavoratori e le beghe risolviamole con lucidità e responsabilità tra di noi. Altri clamori danneggiano tutto il sindacato, non questa o quell’altra sigla, e tutto il mondo del lavoro che abbiamo il dovere di tutelare. La UIL Campania andrà avanti con le sue proposte, da sola o insieme a chi si pone i nostri stessi obiettivi.