“Il fondatore di un evento tende ad affossarlo”. Lo ha detto il sociologo Domenico De Masi che ha presieduto a S. Agata dei Goti, in provincia di Benevento, il “Benchmarking” sui festival culturali italiani,  giunto alla sua quinta edizione. “Abbiamo fatto degli studi molteplici – ha detto De Masi – sulla creativita’: sono oltre trent’anni che io e la mia equipe universitaria abbiamo constatato una costante: il fondatore di un grande evento (teatrale, musicale, ecc.) a un certo punto e’ come se fosse sopraffatto dalle difficolta’ ed e’ come se si arrendesse. Ma nel momento in cui lo fa non passa la sua creatura a un’altra ‘balia’ ma cerca di soffocarla. E’ un fatto psicologico normale e non c’e’ nulla di scandaloso in tutto questo. Importante e’ pero’ saperlo in modo che il cretaore dell’evento sia anche protetto da chi gli sta intorno e lui stesseo sappia che e’ soggetto a questa patologia e quindi deve difendersene per difendere la sua stessa creatura”. De Masi ha poi tracciato anche un bilancio di questo “G20” dei manager dei festival italiani (Umbia Jazz, Festival di Ravenna, Pistoia Blues, Festival della Letteratura di Mantova, Roma Europa Festival, Festival della Filosofia di Modena e Carpi, Festival di Spoleto, Festival della Valle d’Itria, Festival Internazionale del Cinema di Roma, Festival delal musica Reggio Parma, Giffoni Film Festival, Festival della scienza di Genova, Festival delle Nazioni di Citta’ di Castello e Sannio Film Festival) ospitato nel Sannio. “Dopo Capri, Ravello e Porto Cervo questo incontro annuale e’ stato ospitato, grazie al direttore artistico Remigio Truocchio e al sindaco Carmine Valentino, a S. Agata dei Goti, la mia citta’ d’origine – ha aggiunto ancora De Masi – Si tratta di un raduno dove ci confrontiamo sullo stato dei fatti, sulle difficolta’ che stiamo attraversando, sugli scambi di prodotti che possiamo creare tra di noi, sugli scambi di esperienze organizzative, che sono la parte piu’ importante. I festival, ormai oltre mille in Italia, rappresentano un motore formidabile  non solo della cultura, che e’ importantissima e viene prima di tutto, ma anche di quello che di econmonico accompagna la cultura. Noi siamo un motore del turismo nelle localita’ dove organizziamo festival, siamo un motore di rapporti tra le persone e tra quelli che vengono dall’esterno, e siamo un grande contributo alla internazionalizzazione dei Paesi. Oggi Giffoni, come esempio, e’ molto piu’ consociuto all’estero che non in Italia. Spoleto e’ diventata prima internazionale che non nazionale sul piano della notorieta’ pur avendo tanti monumenti straordinari e tante opere d’arte”.