Continua il dibattito politico sui terreni dei privati, circostanti il castello medioevale di Monteoliveto: rispetto alla decisione di inviare presto lettere di esproprio per «liberare» l’accesso dei visitatori al monumento e consentire l’avvio delle procedure di recupero per il restauro conservativo, interviene in queste ore il rappresentante dell’associazione «Ambiente e/è vita», Walter Cirulli, il quale sottolinea la necessità di restituire presto alla cittadinanza il suo monumento più antico: «Sono convinto che il castello medievale debba ritornare ad essere luogo di passeggiata degli Airolesi, dunque proprietà dei cittadini, per dirla meglio deve ridiventare nostro. Da troppo tempo – dice Cirulli – il maniero di Airola non è più raggiungibile, visitabile, in quanto è circondato da proprietà privata. Arrivando nei suoi pressi si andrebbe a cozzare contro un cancello chiuso». Dopo la lettera inviata all’assessore al Territorio, Giuseppe Marsicano, dal Movimento Città Sostenibile, in cui si sollecitava l’amministrazione comunale di passare dalle parole ai fatti e inviare presto le lettere di esproprio, la posizione di «Ambiente e/è vita» appare piuttosto scettica sulle prossime mosse del Comune di Airola: «La nostra cara amministrazione comunale – afferma Walter Cirulli – ha sempre fatto demagogia sul recupero del castello: infatti dai palchi elettorali è stato uno dei cavalli di battaglia politica preferiti. Per il suo recupero, però, nulla è successo, nulla si è visto. Nei giorni passati l’annuncio da parte dell’assessore Marsicano di una lettera di esproprio pronta per essere inviata ai proprietari. Speriamo – aggiunge il responsabile del sodalizio – che per l’assessore non sia di nuovo solo argomento di campagna elettorale, ma un impegno politico concreto, di rispetto per la cittadinanza di Airola, che vuole riappropriarsi del suo simbolo, che sta anche sullo stemma comunale». Sempre in tema storico, Cirulli lancia l’idea di costruire in piazza Annunziata una statua che rappresenti il fiero guerriero sannita, a ricordo della resistenza della nostra gente coraggiosa contro la prevaricazione e l’invasione delle terre caudina compiuta dall’esercito romano nel 321 avanti Cristo.