La grande famiglia umana fatta di tante famiglie e comunità rischia di scomparire, sostituita da un insieme di single individualisti e nevrotici, divisi tra un lavoro totalizzante o precario e un tempo libero dedicato più al consumo che alle relazioni. Il fenomeno, sempre più accentuato in Occidente, preoccupa non poco papa Benedetto XVI, tanto da indurlo, con due anni di anticipo sul prossimo incontro mondiale delle famiglia in programma per il 2012 a Milano, a lanciare un allarme e un appello a fare il possibile per ‘conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia’. E a recuperare ‘il senso vero della festa’, quella domenica che, per Ratzinger, non è solo il ‘giorno del Signore’, ma anche ‘dell’uomo, della famiglia, della comunità e della solidarietà’.
‘Ai nostri giorni, purtroppo – afferma in una Lettera indirizzata al presidente del Pontificio consiglio per la Gamiglia, il card. Ennio Antonelli, in vista dell’incontro di Milano – l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza del mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico’.
‘Occorre perciò – ha esortato – promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica’.
Una frase poi approfondita dallo stesso card. Antonelli: ‘la logica del massimo profitto – ha detto in una conferenza stampa in Vaticano – tende a gonfiare la produzione e i consumi a danno delle relazioni umane e dei valori spirituali’. ‘Il giorno festivo – ha aggiunto – risulta compromesso dal lavoro no-stop oppure diventa il fine settimana dedicato all’evasione mediante i cosiddetti riti di massa in discoteca, allo stadio, al mare, o dedicato ai consumi mediante l’affollata frequentazione dei supermercati, le nuove cattedrali delle città -mercato’.
Ma è proprio dall’organizzazione del lavoro che bisognerebbe ricominciare, offrendo ‘una flessibilità a misura di famiglia’, cosa ‘assai diversa dalla precarietà’. Poi andrebbe ricostruito il tessuto interno delle famiglie, con un’equa ripartizione dei compiti e più spazio per gli scambi interni e con gli altri.
Il tema del VII incontro mondiale delle famiglie sarà proprio ‘Il lavoro e la festa’. Ad ospitarlo sarà, dal 30 maggio al 3 giugno del 2012, una Milano che ‘si sente particolarmente interpellata – ha detto mons. Erminio De Scalzi, delegato dall’arcivescovo card. Tettamanzi ad organizzare il raduno (al quale potrebbero partecipare oltre un milione di famiglie) – perchè anche ‘la tradizionale laboriosità ambrosiana può correre il rischio di porre il lavoro e la professione al centro della vita’ sacrificando ‘la festa’, e cioè l’uomo e la famiglia. Al raduno ci sarà anche il Papa, che disertò invece, per motivi logistici, quello di Città del Messico del 2009. Celebrerà, il sabato sera, la veglia delle testimonianze e la messa domenicale.