Il via libera della Commissione agricoltura della Camera alle norme che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti è un importante passo in avanti per impedire di “spacciare” come Made in Italy il prodotto proveniente dall’estero con un costo stimato in 4,2 miliardi per la vendita di prodotti pagati come italiani senza esserlo.
E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso della manifestazione a sostegno del pomodoro italiano messo in difficoltà anche dalle importazioni di 100 milioni di chili all’anno di concentrato cinese venduto come italiano per la mancanza dell’obbligo di una trasparente etichettatura di provenienza. Quello della Commissione presieduta dall’onorevole Paolo Russo è un passo importante e a questo punto è necessario che – sottolinea Marini – la norma svolga celermente tutto il suo iter parlamentare per diventare legge dello Stato e che l’Italia si impegni a sostenerla con forza a livello comunitario.
La norma approvata mette fine ad un inganno che colpisce imprese agricole e consumatori italiani che in quasi la metà dei casi (47 per cento) ritengono che un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia valga almeno il 30 per cento in più, secondo l’indagine Coldiretti/Swg.
Ma scelte più informate e consapevoli sono possibili – continua la Coldiretti – anche a seguito dell’approvazione dell’emendamento dell’onorevole Cenni che aggiunge e completa la serie delle informazioni sulle caratteristiche degli alimenti in ragione dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di OGM al di là della soglia tollerata di contaminazione.
Il provvedimento che dovrà passare all’esame dell’Aula della Camera ha già ottenuto una prima approvazione del Senato e – sottolinea la Coldiretti – risponde ai nuovi indirizzi che vengono dall’Europa dove il Parlamento all’inizio dell’estate ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce.
Secondo l’indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e di conseguenza colmare questo ritardo è un risultato importante nell’interesse degli imprenditori agricoli e dei consumatori.
Per l’Italia – continua la Coldiretti – significa anche valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui sugli scaffali due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero senza una adeguata informazione, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta. Negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.