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direttore Antonio De Cristofaro

Verso le amministrative: dove va Mastella?

Scritto da il 3 ottobre 2010 alle 12:51 e archiviato sotto la voce Politica, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Dove va Mastella? E’ domanda che circola negli ambienti politici, non solo cittadini, dopo le ultime esternazioni del leader dei Popolari per il Sud. Due rotte, da intraprendere, sembrano già delineate: la candidatura a sindaco di Napoli (“Senza chiedere il permesso a nessuno”) e il dissolvimento del patto, almeno a Benevento e Avellino, con il PdL e l’Udc, oramai definita, con sprezzo, come la “premiata ditta”.
Mastella fautore, dunque, di una soluzione “terzista” o “autonomista”?
Probabilmente, l’ex Guardasigilli, a cui il fiuto politico non è mai mancato, ha la convinzione che i disagi del Pd, la scissione intestina del PdL, il radicalismo di Di Pietro, l’atteggiamento utopistico di Vendola e l’ondeggiare del suo amico Casini, gli facciano spazio sul territorio, con un elettorato alla ricerca di punti fermi, poco incline a perdersi dietro alle polemiche di partito, predisposto, invece, a cercare soluzioni “concrete”, non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nelle scelte amministrative.

Nel Sannio e in Irpinia, oramai, di fatto l’alleanza col centrodestra è saltata nelle sue forme originali, quelle, per intenderci, che hanno portato alla coalizione vasta che ha sostenuto Caldoro nella sua elezione a presidente della Regione Campania.
Il casus belli è stato determinato dalla doppia esclusione dell’Udeur dai cda dell’Alto Calore, questione che tocca da vicino sia Benevento che Avellino. Ma è evidente che si tratta appunto di un casus belli. Perché, questa è l’impressione, i mastelliani da tempo si erano preparati alla “soluzione finale”. D’altronde, con tutto il rispetto per l’Alto Calore, una questione di visibilità non può (non dovrebbe) determinare una rottura così drastica e traumatica. Probabile, ripetiamo, che Mastella, almeno a Benevento, abbia capito che oggi l’abbraccio con il PdL sia troppo soffocante e gli vieti di muoversi, nella mischia elettorale, con la padronanza di sempre.
Inoltre, il documento licenziato nei giorni scorsi, dopo l’ennesimo “sopruso” lamentato nell’allestimento delle compagine societarie dell’Alto Calore, è tranchant. Anche troppo. E sconfessa la convinzione che in politica non bisogna mai dire mai.

Leggiamolo con attenzione.
“Dopo l’ultima pagliacciata mandata in scena alla Alto Calore Patrimonio, con il ridicolo scambio di poltrone fra D’Ercole e Abate (rispettivamente presidente del Cda e vice alla Alto Calore Servizi, ruoli invertiti alla Patrimonio) e la nomina-bis di Errico a componente anche di questo secondo organismo, la rottura è da considerarsi ormai insanabile. E non ci venissero a dire che la scelta è stata fatta in funzione dell’obiettivo “di giungere progressivamente alla fusione delle due gemelle per affidare la gestione del servizio idrico integrato in house all’Alto Calore Servizi” perché tanto non ci crede nessuno. Come accaduto per l’Alto Calore Servizi, dove è stato sostituito il vice-presidente in quota al nostro partito, così all’Alto Calore Patrimonio è stato avvicendato un nostro rappresentante senza neppure interpellarci. In barba allo stile e alla correttezza che dovrebbero contraddistinguere i rapporti tra partiti alleati. Unica priorità che emerge, anche in questo caso, quella di soddisfare la fame di poltrone di chi è rimasto a bocca asciutta per troppo tempo. Prendiamo atto sin da questo momento della volontà – espressa in più occasioni attraverso atteggiamenti ostili e prevaricatori – di estrometterci da qualsiasi accordo, discussione o trattativa politica. Pertanto annunciamo che siamo pronti a togliere il disturbo. Così come già accaduto alla Provincia di Caserta, con il passaggio all’opposizione del nostro gruppo consiliare, da oggi nel Sannio e in Irpinia, dobbiamo purtroppo constatare che non esiste più alcun vincolo di coalizione.
Negli enti in cui sono presenti nostri rappresentanti le prerogative al dialogo con il PdL, giunti a questo punto, sono da ritenersi completamente azzerate.
Per quanto ci riguarda l’alleanza PdL – Udc può essere riproposta anche alle prossime amministrative, ma, se questo è l’andazzo, senza di noi. Andiamo avanti per la nostra strada e non escludiamo la possibilità di andare al voto con coalizioni dalle caratteristiche tipicamente territoriali, che facciano leve sull’orgoglio e la dignità di chi non ha intenzione di lasciarsi sopraffare dall’arroganza di falsi moralisti.
In tempi non sospetti avevamo chiaramente fatto intendere che eventuali accordi futuri avrebbero dovuto avere come fondamento intese programmatiche sviluppate attraverso idee e progetti condivisi, oltre ad un confronto leale e trasparente, scaturito dal pieno riconoscimento del ruolo e della funzione dei Popolari per il Sud all’interno della coalizione di centrodestra. In caso contrario, avremmo tratto le opportune conclusioni. Orbene, dinanzi a fatti così evidenti, che dimostrano la totale assenza di considerazione politica nei nostri riguardi e inquinano profondamente il reciproco rispetto tra partiti dello stesso schieramento, non possiamo far altro che rivendicare la nostra autonomia, marcando un severo distacco che vada a rafforzare il nostro orgoglio centrista e permetta di riappropriarci di quei valori ispirati al cattolicesimo democratico”.

Orgoglio centrista, valori ispirati al cattolicesimo democratico, autonomia: è un manifesto politico più che un comunicato stampa. Il che significa, a nostro modesto avviso, almeno due cose: il percorso era stato tracciato da tempo e si aspettava, come si suol dire, la goccia che facesse traboccare il vaso; Mastella, più che probabilmente, si sta dando da fare (e in genere l’operazione gli riesce quasi sempre) per allestire liste competitive a Benevento, Avelli-no, Napoli e, più in generale, in Campania e, almeno per quel che riguarda la nostra competenza territoriale, non le vuole “mettere al servizio” del PdL e dell’Udc che non gli riconoscono visibilità e strategia. Non solo.
Probabilmente, non vuol essere lui, con il suo non indifferente peso elettorale, che, tuttavia, come in tutte le vigilie elettorali è presunto, a togliere le castagne dal fuoco al PdL, che ha forti lacerazioni interne, e all’Udc, avvitato su una “indecisione” politica che non sembra catturare forti consensi.
E così Clemente Mastella sembra deciso a partire, lancia in resta, contando sul rapporto partito – territorio che non è mai venuto meno, neanche in occasione degli anni bui, giudiziariamente parlando, dell’Udeur. Possibile che non cerchi alleati?, si chiedono in molti. Possibile, aggiungiamo noi, che aspetti che siano gli altri a cercare lui. In fondo, essere “al centro” è stata sempre la sua massima ambizione.
Antonio De Cristofaro

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