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direttore Antonio De Cristofaro

Telese: “Marinai di Terraferma” per il Ciclo di Letture della fondazione Romano

Scritto da il 5 giugno 2009 alle 13:18 e archiviato sotto la voce Cultura & Spettacoli. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Mercoledì 10 giugno, alle 18.30, presso la Fondazione “Gerardino Romano”, sede di Telese Terme, prosegue “Il ciclo di Letture”. Claudia Iandolo, insegnante di italiano e latino, leggerà il testo dell’opera “Marinai di terraferma”, musica di Gianvincenzo Cresta, inserita nel disco “Rotte sonore”, Stradivarius, Milano, 2006. Brano per voce recitante, flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte. Si tratta di un racconto, su un testo sensibile e intelligente di Claudia Iandolo, attraverso la forma del monologo di tre personaggi, due uomini e una donna, coscienti del fatto che ci sono partenze senza ritorni e ritorni senza partenze. I due uomini sono perennemente in viaggio, mentre la donna li attende di un’attesa che è tutto un respirare, che è tutto un vedere il segreto delle cose. Sullo sfondo, quale archetipo, l’Odissea. Odisseo ritorna perché non si può “sfuggire alla legge elementare del cerchio” e disegna l’enigma del marinaio: “il tempo breve dell’andare, sterminato del tornare”. Telemaco, colui che spezza il cerchio e alla madre scrive: “Racconta pure che sono fuggito per cercare un’altra vita. Racconta quello che vuoi. Che ho una figlia bionda, di quel biondo nostro, su due zigomi alti e occhi trasparenti. Ma che è convinta che sia l’Irlanda di sua madre. Tu però non scordare che sono fuggito”. Infine, Penelope che vede e vive ferma “nella sua fedeltà linfatica”. “Animale di stagno e di palude”. E’ il viaggio il tema dell’andare/venire esistenziale/musicale, un viaggio senza meta che ha in se stesso il suo scopo. Il fluire musicale continuo, senza appoggi, rimanda all’infinito, al mare, simbolo per Freud dell’inconscio. Marinai di terraferma è, come ogni viaggio, metafora esistenziale tanto più attuale in quanto ogni sbarco è “clandestino” e ogni straniero è sconosciuto soprattutto a se stesso.
Tra le sue opere più recenti ricordiamo: Aegre (Elio Sellino Editore, Avellino, 2004), i romanzi Il paese bianco di Isidora vecchia (Mephite, Avellino, 2005), Qualcuno Distratto (Palomar, Bari, 2007). E’ presente nelle antologie Ti bacio in bocca – antologia di poesia erotica al femminile (Edizioni LietoColle), Antologia della poesia femminile italiana ( Tracce, Pescara 2005), Mundus, poesie per un’etica del rifiuto, a cura di Ariele D’Ambrosio e Mimmo Grasso, (Valtrend Editore Napoli, 2009).
Gli incontri della Fondazione, aperti al pubblico, si svolgono ogni settimana e rappresentano un momento di confronto dialettico con l’intento di contribuire alla crescita del territorio sannita.
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