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direttore Antonio De Cristofaro

Piano Territoriale di Cordinamento Provinciale, nota del sindaco di San Lupo

Scritto da il 22 settembre 2010 alle 13:13 e archiviato sotto la voce Foto, Politica, Territorio, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Piano Territoriale di Cordinamento Provinciale, nota del sindaco di San Lupo

Il 29 settembre scade per i Comuni la possibilità di suggerire modifiche al PTCP di Benevento, strumento di programmazione essenziale per il territorio provinciale. Inutile dire che agli amministratori locali è stato spedito il “plico” contenente l’ipotesi di piano senza discussione preventiva nelle sedi appropriate, liquidando la questione a mera informativa. Inutile addentrarsi in oscuri dettagli tecnici e nei meandri linguistici che hanno dato vita alla differenziazione delle aree e quindi all’appartenenza di un paese ad una determinanata area piuttosto che ad un’altra. Rimane solo la sensazione (e sarei lieta di sbagliarmi) che ancora una volta la programmazione provinciale sia stata compiuta a scapito delle piccole realtà locali, ahimè! La mia posizione critica è quella di cittadino e sindaco di una “polarità locale”, come definisce lo stesso PCTP le comunità interne, che contano meno di niente. Per esse e quindi per San Lupo, è prevista una sorta di cristallizzazione dello sviluppo locale a vantaggio dei cosiddetti “centri ordinatori provinciali”, sibillina definizione per identificare grossi centri. Così, il tanto vituperato modello urbanocentrico, già in crisi in Paesi assai più evoluti del nostro, con tale piano torna in auge. Non solo.Si pone in contrasto con tutto quanto noi “zone rurali” stavamo cercando di trasmettere extra moenia: sensibilità verso l’ambiente, sicurezza e vivibilità dei luoghi, genuinità alimentare, un pugno di norme cancellano secoli di civiltà e tradizioni contadine. La scelta culturale e programmatica da perseguire avrebbe dovuto essere, al contrario, quella di individuare aree interne rurali intorno alle quali creare le condizioni per valorizzare le risorse proprie  (naturali, ambientali, enogastronomiche, storiche e culturali) e farne un sistema di sviluppo che  preveda qualificazione di quei territori e diventi occasione di decongestionamento delle aree più popolose e urbanizzate. Assegnare in buona sostanza ai nostri territori il ruolo di nuovi attrattori turistici ma anche immaginarli come “luogo di consumo” di beni immateriali indispensabile per una migliore qualità della vita. Imporre a queste aree interne, nuove e moderne forme di residenzialità, anche con la previsione di incentivi e di norme più fluide per l’edificabilità. Tutto questo avrebbe dovuto contenere lo strumento provinciale. Aggiungerei che sarebbe utile ancora soffermarsi sulla palese incongruenza del piano rispetto agli indirizzi contenuti  nel PSR 2007/2013 a cui le stesse aree sono chiamate a conformarsi. La recente misura 322, già in linea con il Regolamento CE n. 1698/05 art. 52, si propone infatti di perseguire solo ed esclusivamente obiettivi di sviluppo delle condizioni di vita delle popolazioni rurali: contenendo lo spopolamento attraverso azioni tese a favorire gli investimenti nel patrimonio culturale, paesistico e ambientale; privilegiando altresì interventi di recupero dei borghi rurali, con la previsione di attività produttive e di destinazione turistica.  Da cittadino e sindaco, mi chiedo come si sposa dunque la vocazione turistica del PSR con la previsione esclusivamente naturalistica delle polarità locali? E chiedo a coloro che sono chiamati a preservare l’identità e le peculiarità delle nostre genti, quale sarà il futuro del territorio sannita alla luce di queste scelte politiche improvvide ed incoerenti. 

                                                                                                                                              Irma Cristina De Angelis – Sindaco di San Lupo

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