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Lipu: salvato un piccolo airone ritrovato nell’Ecocentro ASIA a Benevento

Scritto da il 12 settembre 2010 alle 17:09 e archiviato sotto la voce Ambiente, Attualità. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

La sezione LIPU di Benevento ancora protagonista di un’azione di salvataggio di un’animale selvatico. Questa volta si è trattato di prestare soccorso ad un Tarabusino (Ixobrychus minutus), un uccello appartenente alla famiglia degli aironi.  L’animale è stato ritrovato in seria difficoltà all’interno dell’Ecocentro dell’ASIA in contrada Fontana Margiacca a Benevento. A scorgerlo per primo è stato l’addetto all’Ecocentro, Salvatore Salierno, che in maniera tempestiva e responsabile ha allertato gli organismi tecnici dell’ASIA. Tra questi il geometra Tommaso Guercia si è dato un gran da fare, con il beneplacito del capo settore tecnico, dott. Gino Mazza, per capire chi potesse soccorrere il volatile ferito. Dopo una serie di telefonate a diversi organismi pubblici, Guercia ha contattato il delegato LIPU per la provincia di Benevento, Marcello Stefanucci, che nel giro di un’ora è andato a prelevare l’animale. Nel pomeriggio della stessa giornata un altro volontario della LIPU beneventana, Tommaso Repola, ha effettuato il trasporto del povero tarabusino al Centro Recupero Fauna Selvatica che la LIPU gestisce a Casacalenda, nel Sannio Molisano, a ben 110 km di distanza da Benevento. Il tarabusino è stato quindi ricoverato al Centro Recupero della LIPU, dove gli è stato riscontrato un trauma da impatto con rottura della punta del becco, ma senza fratture né alle ali né alle zampe. Il tarabusino è un uccello della famiglia degli Ardeidi, con i suoi 35 centimetri di altezza è il più piccolo di questa famiglia. Vive presso ambienti umidi come paludi e corsi d’acqua, che però abbiano una ricca vegetazione; in particolare predilige i canneti. Si nutre di pesci, anfibi, insetti acquatici. E’ un animale abbastanza difficile da osservare, vista la sua diffidenza e al fatto di non vivere in gruppo. Durante il giorno si rifugia nel folto della vegetazione acquatica uscendo al crepuscolo, ad eccezione del periodo della cova. Ha anche una grande capacità di mimetizzazione e in caso di pericolo si immobilizza assumendo una posizione eretta con il becco all’insù, in questo modo si mimetizza tra le canne aiutato anche dal suo piumaggio, fortemente striato, con colori che vanno dal marrone scuro al crema. Tra gli aironi presenti in Italia è l’unico che presenta dimorfismo sessuale con colorazioni molto diverse tra il maschio e la femmina. Nonostante nel Mondo e in Europa il tarabusino sia una specie protetta grazie alla Convenzione di Berna e alla Direttiva “Uccelli” (Dir. CEE 79/409, All.I), è in netto calo. In Italia, in particolare, non è molto diffuso stimandosi tra le 1000 e le 2000 coppie nidificanti. Ciò è dovuto soprattutto alle bonifiche, alla riduzione e alla distruzione degli habitat di riproduzione, ma anche all’inquinamento delle acque. Importante è anche proteggere i siti lungo i suoi corridoi di spostamento, visto che è un uccello migratore. Si trattiene in Europa da aprile a settembre, per poi partire per l’Africa sub-sahariana, dove sverna. Sembra che attraversi il Mediterraneo e il Sahara in un unico volo, per questa ragione è importante che nel Sud dell’Italia si abbiano zone umide protette per poter consentire ai tarabusini di nutrirsi adeguatamente prima di affrontare il lungo viaggio della migrazione che diventa ogni anno più lungo a causa dell’avanzare della desertificazione. A proposito del tarabusino ritrovato a Benevento la LIPU del Sannio Beneventano fa notare una interessante coincidenza: un anno fa, quasi nello stesso giorno in cui è stato ritrovato questo tarabusino, fu rinvenuto un altro esemplare della stessa specie, anche quello con ferite da impatto, pochi chilometri più a monte, sempre lungo la valle del fiume Calore, nella zona industriale ASI di Ponte Valentino. In conseguenza il delegato LIPU del Sannio Beneventano, Marcello Stefanucci, sottolinea: “Il tarabusino ritrovato in forte difficoltà nell’Ecocentro ASIA a contrada Fontana Margiacca, ubicata su quella parte della collina di Capodimonte rivolta verso il fiume Calore, dimostra ancora una volta l’importanza di questo corso d’acqua. Che si trattasse di un tarabusino in migrazione o di uno che ha nidificato nell’ambito del Sannio Beneventano poco importa, ciò che conta è che l’intera valle del Calore è un corridoio ecologico di grande interesse, adattissimo agli spostamenti della fauna selvatica. Per questo la LIPU ribadisce la necessità di tutelare questa valle in maniera adeguata non consentendo costruzioni, ma cercando di mantenere la struttura paesaggistica consolidatasi in secoli di storia.”

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