L’ulteriore aumento, alla chiusura dei mercati, del 5% che ha portato a 8,6 dollari/bushel (0,24 euro/kg) le quotazioni del grano, provocato dal divieto di esportazione imposto dalla Russia colpita dagli incendi, non giustifica alcuna speculazione sul pane che viene già pagato oltre 10 volte il prezzo del grano e il cui costo dipende per il 90% da fattori diversi dalla materia prima.
E’ quanto afferma la Coldiretti sannita nel sottolineare che, nonostante gli aumenti, il grano tenero per il pane resta ben al di sotto del record storico di circa 12 dollari/bushel fatto registrare all’inizio del 2008 al Chicago board of Trade, mentre il prezzo del grano duro per la pasta, in Italia, è addirittura inferiore a luglio del 25% rispetto allo scorso anno secondo l’Ismea.
Per fare un chilo di pane occorre circa 1 kg di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere il prodotto finito. Con il prezzo medio del pane comune che, secondo Sms consumatori, è di 2,70 Euro al chilo, con variazioni consistenti tra nord centro e sud (dai 2,50 euro per il centro ai 3,05 per il nord per le varietà comuni) – osserva la Coldiretti – c’è un aumento di ben oltre il 1.000 % nel passaggio dal grano al pane che giunge sulle nostre tavole e quindi non ci sono margini per ulteriori speculazioni.
Per contrastarle e stabilizzare i prezzi è nata la più grande società europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori, varata a luglio, che – riferisce la Coldiretti – ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto tra grano duro destinato alla produzione di pasta, grano tenero per il pane, girasole e soia, esclusivamente di origine italiana e garantiti non ogm. La società denominata “Filiera Agricola Italiana” è partecipata da 18 Consorzi Agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, una società di servizi di Legacoop e Consorzi Agrari d’Italia e ha il compito di gestire la contrattualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tutto il paese.
Il prezzo del grano a livello internazionale – conclude la Coldiretti – è salito di quasi il 70 per cento dall’inizio di giugno per effetto della perdita, causa incendi, di un quinto della produzione in Russia, che ha costretto la Fao a rivedere al ribasso del 3,7% le stime della produzione mondiale di grano ad un valore di 651 milioni di tonnellate.