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direttore Antonio De Cristofaro

Imprese sannite e accesso al credito

Scritto da il 22 luglio 2010 alle 17:17 e archiviato sotto la voce Attualità, Foto. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Imprese sannite e accesso al credito

Si fa sempre più preoccupante in città il rapporto tra gli enti di credito, banche o finanziarie che siano, e le piccole aziende, che rappresentano la maggior parte del nostro tessuto imprenditoriale, e i risparmiatori in generale.
Senza dubbio il discorso va inserito in un più ampio disagio nazionale, ma lo stato di cose desta naturalmente più preoccupazione in un piccolo centro come il nostro che in grandi realtà, dove il tessuto imprenditoriale è sicuramente più esteso e caratterizzato da industrie di ben più elevata dimensione.
Il problema principale sta nelle difficoltà da parte delle aziende di accedere ai mutui, sia quelli ipotecari sia per acquisto – ampliamento – ristrutturazione sia per liquidità, dopo il crollo delle banche americane e la crisi di quelle europee.
Per la verità i tassi ai quali acquistare il danaro sono scesi abbastanza, anche se i quelli italiani relativi ai mutui restano i più alti d’Europa, ma quello che preoccupa e l’insieme di garanzie sia ipotecarie sia di reddito che le banche richiedono per l’erogazione del mutuo.
Spesso si tratta di condizioni proibitive, in cui l’ente erogatore richiede una sorta di garanzia multipla, costituita sia da una base ipotecaria,ossia immobili di proprietà del richiedente, sia da un’aliquota reddituale, poiché, al dire dei dirigenti delle filiali, la banca non si fida solamente del bene immobile poiché poi, in caso di mancato pagamento delle rate, si dovrebbe attuare un procedimento lungo e di non facile risoluzione, richiedendo, tramite tribunale, la vendita all’incanto dell’immobile finanziato.
In questo modo l’economia della nostra provincia, già stantia sotto ogni punto di vista, viene ulteriormente indebolita, a beneficio degli investitori esteri che ormai da anni fanno del nostro territorio terreno di conquista.
Ulteriore causa di difficoltà, sia per le imprese sia per i professionisti della zona, è la politica di rientro immediato di tantissimi fidi messa in atto dalle banche dall’inizio del 2008, politica adottata per lo più dalle piccole banche private, che, trovatesi a corto di liquidità, hanno messo in atto un insieme di operazioni tese a far rientrare delle proprie esposizioni tantissimi clienti.
Si tratta sicuramente di movimenti in alcune circostanze doverosi, per l’obiettiva “manica larga” usata in precedenza nell’erogazione di detti fidi, ma senza dubbio in più di un caso è stata fatta di tutta l’erba un fascio, tagliando i fondi anche ad aziende o liberi professionisti che attraversavano semplicemente un periodo di difficoltà,dovute alle lungaggini burocratiche degli incassi vantati con le pubbliche amministrazioni, ma per i quali non era necessario, ad avviso di molti analisti economici, il ricorso ad un simile provvedimento.
La situazione ha finito con il cogliere di sorpresa parecchie imprese e professionisti locali, che si sono trovati nella necessità di reperire liquidità nel più breve tempo possibile, con tutti i pericoli che ciò comporta.
Discorso a parte merita poi la situazione delle commissioni di massimo scoperto, che in tutta Italia sta facendo tanto discutere.
Le commissioni non sono più applicabili sugli scoperti di conto corrente già da maggio, ma gli enti creditizi continuano ad accampare mille scuse per posticipare tale data.
Inoltre, bisogna considerare che qualora le banche si decidessero ad abolire la commissione di massimo scoperto, la sostituirebbero con la tassa relativa alla disponibilità di fido, introitando più o meno le stesse cifre.
Per dare un quadro preciso della situazione basta dare un’occhiata al settore degli appalti pubblici edili ed all’ondata di imprese del Casertano che si sono riversate a lavorare sul nostro territorio.
Questo naturalmente avviene proprio per la mancanza di liquidità e per l’incapacità di ottenerne dalle banche delle nostre piccole imprese edili.
Gli analisti economici continuano a ripetere che la crisi si sta interrompendo e che il 2010 sarà l’anno della ripresa, noi ci speriamo, anche se la situazione sembra alquanto difficile da risolvere in breve tempo.

di Raffaele Bozzi

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