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Omicidio Giamattei, dopo 9 anni c’è un primo accusato del delitto

Scritto da il 10 luglio 2010 alle 20:30 e archiviato sotto la voce Attualità, Cronaca, Testata. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Dopo nove anni è stato individuato uno dei presunti assassini dell’impresario edile Francesco Giamattei, avvenuto all’alba del 30 settembre 2001 nelle campagne di Villagrande Strisaili, nel nuorese, durante una rapina. Due fucili da caccia, furono il bottino di quella rapina, una rapina che, secondo gli investigatori della squadra mobile di Nuoro serviva proprio per procurarsi armi pulite per un altro omicidio: quello dell’imprenditrice Rosanna Fiori, uccisa tre giorni dopo. Questa mattinata – spiega la questura di Nuoro – il dirigente della squadra mobile di Nuoro accompagnato da personale del commissariato di Lanusei ha notificato, nel penitenziario di massima sicurezza di Parma, a Marcello Eleuterio Ladu un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Lanusei Luca Verzeni, per l’omicidio di Francesco Giamattei. L’imprenditore, originario di Castelvenere, in provincia Benevento, sposato con quattro figli, è stato ucciso nove anni fa, alle ore 5,20 del 30 settembre 2001 nelle campagne di Villagrande Strisaili, durante una rapina. Giamattei e suo cognato, Giovanni Lavorgna, stavano andando in un ovile lì vicino per unirsi ad alcuni amici in una battuta di caccia. Tre uomini armati li fermarono mentre erano in auto, e minacciandoli, portarono via i loro due fucili da caccia calibro 12. Durante la rapina, i tre spararono colpi di pistola e di fucile contro l’auto, guidata dall’imprendiorre, per costringerlo a scendere insieme al cognato. Francesco Giamattei venne ferito alla gamba sinistra dai colpi di arma da fuoco che trapassarono lo sportello. Morì dissanguato in attesa dei soccorsi. Tre giorni dopo venne uccisa l’imprenditrice Rosanna Fiori. Le indagini, riaperte circa un anno fa dal Procuratore della Repubblica di Lanusei Domenico Fiordalisi, ipotizzano un collegamento fra l’omicidio Giamattei e quello dell’imprenditrice: secondo la ricostruzione investigativa la rapina ai due cacciatori aveva lo scopo di reperire armi “pulite” per commettere l’omicidio della donna. L’attività investigativa della Squadra Mobile nuorese e del Commissariato di Lanusei – spiega la questura di nuoro – ha dimostrato che Ladu, a quei tempi latitante, in quegli stessi giorni era nella zona di Villanova Strisaili e fu lui ha sparare il colpo di pistola che ferì a morte l’impresario beneventano. Il Gip di Lanusei ha ritenuto sussistere le esigenze cautelari rappresentate dal pm: il pericolo di inquinare le prove ed intimidire i testimoni; il pericolo di fuga e il pericolo di compiere reati gravi della stessa specie. Di fondamentale importanza per chiudere il cerchio, l’esecuzione di un nuovo sopralluogo, il riesame della perizia autoptica, le nuove indagini balistiche, l’analisi di decine di tabulati telefonici risalenti all’epoca degli omicidi Giamattei e Fiori e alcuni interrogatori. In particolare, la nuova consulenza balistica della polizia scientifica e la rilettura della perizia autoptica alla luce dei nuovi elementi acquisiti dimostrano che la vittima non fu raggiunta solo da colpi di fucile, come ricostruito all’epoca dei fatti, ma anche da un proiettile esploso da un revolver Zastava calibro 357 Magnum, lo stesso che fu trovato addosso a Ladu quando fu arrestato a Nuoro da una pattuglia delle volanti, il 16 dicembre del 2001. Gli investigatori della mobile si sono avvalsi anche delle competenze scientifiche e tecnologiche dell’ “Unità Delitti Insoluti”, recentemente istituita a Roma presso il Servizio centrale operativo della polizia di Stato. L’Unità è stata di supporto per la ricostruzione della scena del crimine e per le perizie balistiche svolte con strumentazioni all’avanguardia. Lunedì prossimo, nel carcere di Parma, si svolgerà l’interrogatorio di garanzia di Marcello Eleuterio Ladu, alla presenza del gip di Parma e del difensore di fiducia. L’uomo, 37enne di Villagrande Strisaili, si trova infatti nel carcere di massima sicurezza di Parma dove sta espiando la pena definitiva dell’ergastolo per la rapina consumata il 6 dicembre del 1999 a Copertino, Lecce, a due furgoni portavalori “Veliapol”, nel corso della quale rimasero uccise tre guardie giurate e altre tre furono gravemente ferite. E’ stato recentemente indagato, in concorso con altri, dalla Procura di Lanusei anche per l’omicidio dell’imprenditrice Rosanna Fiori, avvenuto a Villanova Strisaili il 3 ottobre 2001, e per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la persona e traffico d’armi, per i quali il 16 dicembre 2009 gli è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Fonte: ApCom

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