Intensa e commovente VIA CRUCIS per voce e organo nel ricordo di Carmen e Maria, studentesse sannite vittime del terremoto.
Le parole di mons. Gianfranco Ravasi, la voce dell’attore Giandomenico Cupaiuolo, le musiche di Felix Mendelssohn Bartholdy, eseguite dagli organisti Juan Paradell Solè, Antonio Varriano e Mauro Castaldo, le quattordici stazioni bronzee dello scultore francescano padre Andrea Martini, le dissolvenze di luci sull’antica effige della Madonna delle Grazie di Giovanni Meriliano da Nola e sul monumentale organo Mascioni, sono stati gli ingredienti principali che hanno fatto del concerto, organizzato dal Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento, nella Basilica Maria SS. delle Grazie, un evento toccante. Anche perché la Via Crucis è stata vissuta come momento di compartecipazione nel ricordo delle due studentesse sannite Carmen e Maria, vittime del terremoto in Abruzzo.
“L’itinerario di tre cadute…. – ha declamato l’attore Cupaiuolo – in esse si ha la vicenda infinita di tante donne e uomini prostrati. In Cristo piegato sotto la croce c’è l’umanità malata e debole che, «prostrata parla da terra e dalla polvere salgono fioche le sue parole; sembra di un fantasma la sua voce dalla terra, e dalla polvere la sua parola risuona come un bisbiglio»”.
“Attorno a Gesù, fino all’ultima sua ora, – è sempre il testo di Gianfranco Ravasi – si stringe un mondo di madri, di figlie e di sorelle. Accanto a lui noi ora immaginiamo anche tutte le donne umiliate e violentate, quelle emarginate e sottoposte a pratiche tribali indegne, le donne in crisi e sole di fronte alla loro maternità, le madri ebree e palestinesi e quelle di tutte le terre in guerra, le vedove o le anziane dimenticate dai loro figli… E’ una lunga teoria di donne che testimoniano a un mondo arido e impietoso il dono della tenerezza e della commozione, come fecero per il figlio di Maria in quella tarda mattinata gerosolimitana. Esse ci insegnano la bellezza dei sentimenti: non ci si deve vergognare se il cuore accelera i battiti nella compassione, se talora affiorano sulle ciglia le lacrime, se si sente il bisogno di una carezza e di una consolazione.”
Va detto, inoltre, che è giunta al presidente del Conservatorio di Benevento, una lettera del Pontificio Consiglio de Cultura che plaude alla iniziativa, “un’occasione di riflessione e di ascolto di musica sublime e di testi edificanti, capaci di elevare gli animi e di predisporli a celebrare la grande festa della Pasqua, cuore della fede cristiana”.