250 imprenditori agricoli sanniti della Coldiretti, guidati dal presidente provinciale Gennaro Masiello e dal direttore Luigi Auriemma, hanno partecipato, questa mattina, a Roma, all’assemblea nazionale della Coldiretti con la relazione del presidente Sergio Marini “La filiera agricola tutta italiana…vince il Paese vero”. Quindicimila coltivatori italiani provenienti dalle campagne di tutte le Regioni e Province in rappresentanza di 1,6 milioni di associati hanno preso parte all’assemblea svoltasi al Palalottomatica di Roma Eur.
Una megaconvention per salvare il Made in Italy a tavola dagli inganni e dalle speculazioni che danneggiano gli agricoltori ed i consumatori. L’Assemblea si è svolta in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia che coincidono con la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita di Paolo Bonomi, fondatore della Coldiretti, che ha avuto un ruolo determinante nel passaggio in pochi anni da una economia di sussistenza alla conquista di primati mondiali e nel far diventare l’agroalimentare simbolo e traino del Made in Italy.
L’assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulla filiera agricola tutta italiana, per verificare i passi avanti che sono stati fatti come: l’accordo con Maccaferri per le agro energie, l’accordo sul tabacco tra Coldiretti e Phillip Morris e l’accordo tra Unicredit e Creditalia per la gestione della finanza agevolata. Tra gli obiettivi raggiunti, per la nostra provincia assume un particolare significato l’accordo sul tabacco tra Phillip Morris e Coldiretti che si fà carico di una significativa maggiorazione del prezzo commerciale da corrispondere agli agricoltori, tale da garantire la sostenibilità economica della coltivazione.
“Tale accordo – spiega il presidente Gennaro Masiello – apre la strada a una più ampia collaborazione negli anni a venire tra Coldiretti e Philip Morris, finalizzata a razionalizzare il percorso del prodotto all’interno della filiera, con lo scopo di massimizzare la qualità della coltivazione del tabacco in Italia e incrementarne la competitività a livello internazionale, ridurre le intermediazioni e creare un valore aggiunto per gli agricoltori”.
“Con questo accordo – precisa il direttore Luigi Auriemma – le imprese agricole, così come avevamo richiesto, possono essere messe nella condizione di coltivare tabacco. Non tutto il percorso è ancora concluso ma siamo ad un buon inizio”.
Ed è proprio il direttore Auriemma ad annunciare per i prossimi giorni una iniziativa della Coldiretti sempre a carattere nazionale tesa a denunciare l’importazione di latte estero che magicamente diviene italiano.
“Come Coldiretti – sostiene il direttore Luigi Auriemma – chiediamo trasparenza nell’etichettatura del latte fresco e dei formaggi con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte utilizzato per evitare che venga spacciato come italiano quello importato. Ma, diciamo no non solo al latte straniero ma anche a quello proveniente dalle altre regioni in un ottica di salvaguardare le produzioni locali, il reddito alle imprese, il mantenimento del lavoro e la manutenzione del territorio. In una situazione in cui - aggiunge Auriemma – tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro in vendita sugli scaffali sono “spacciati” come Italiani, ma contengono latte proveniente da mucche straniere, continueremo con decisione la battaglia per la trasparenza a difesa degli allevamenti italiani e dei consumatori.
“Sull’agricoltura italiana – conclude Auriemma – pesano ”i due furti” ai quali sono sottoposte giornalmente le imprese di settore: il furto di identità e di immagine provocato dal falso cibo italiano e quello di valore aggiunto che riguarda i prodotti all’origine, sottopagati ai produttori”.