L’approvazione del bilancio della Provincia con tutti gli episodi ad essa connessi e la situazione di completo immobilismo che caratterizza il lento declino della Amministrazione Comunale, sono la rappresentazione concreta di una politica ormai priva di stimoli ed entusiasmi e basata esclusivamente sulla sopravvivenza quotidiana e sul raggiungimento di obiettivi personalistici non legati minimamente al cosiddetto “bene comune”. Se si colloca questo bel quadretto all’interno di un contenitore regionale sull’orlo del collasso amministrativo e di un contesto economico nazionale ed europeo non certo esaltante, si comprende come sia assai arduo parlare di prospettive future e di possibile sviluppo. Eppure, compito di una classe dirigente, sarebbe proprio quello di esaminare e valutare correttamente il momento nonché proporre tutte le possibili soluzioni capaci di generare fenomeni in sostanziale controtendenza rispetto a ciò che accade. I cittadini non sono più disponibili ad ascoltare slogan e teorizzazioni ma pretendono fatti e, soprattutto impegno! All’orizzonte si  intravede una scadenza elettorale che rischia di essere approcciata da un lato, con la convinzione che ci si muoverà al momento opportuno e dall’altro, con l’idea che si possa continuare a navigare a vista utilizzando indefiniti miraggi e mai tramontate promesse. Questo mix di irrazionalità ed entropia rischia di creare un definitivo corto circuito che potrebbe avere come conseguenze il consolidarsi di pratiche negativamente trasversali che tutto mutano per non mutare nulla ed il conseguente continuo aumento esponenziale dei cittadini non più disponibili ad esprimere il voto.
La città ha bisogno d’altro! La città ha la necessità di recuperare idee, sogni e progetti! Per farlo è necessario riaccendere il dibattito. Ricreare le condizioni per un confronto vero, basato sui programmi e sulle scelte umane più utili e….partecipate. I partiti dovrebbero mobilitarsi in questa direzione e insieme a loro associazioni e società civile. Stimolare i giovani e chiamare le menti migliori. Quel che ci accade intorno conferma che sempre più spesso non le appartenenze ma le intelligenti collaborazioni sono il giusto ingrediente per ricreare condizioni adeguate a favorire il clima giusto per coerenti battaglie. Più che conflitti tra bande, sarebbe utile costruire eserciti efficaci, onde evitare di vincere la battaglia e perdere la guerra. Ci sono intere fasce sociali che meritano più ascolto: anziani, precari, non garantiti e meno fortunati. Ci sono urgenze e necessità non più rinviabili, che nulla hanno a che fare con i logori giochetti di un potere stanco, che pensa solo a poltrone, incarichi e prebende. Si rischia che i migliori si mettano da parte e che la mediocrità la faccia da padrona. In tale ottica il Popolo della Libertà, solo se lo vorrà, potrà attrezzarsi. Così facendo potrà disegnare una prospettiva moderna ed efficace per la comunità sannita. Una prospettiva seria, che ridia contemporaneamente spazio alla vera politica e costruisca, contestualmente, una classe politica all’altezza di poter gestire i processi e ridare dignità ed orgoglio ad una città che ne ha titoli e storia.