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direttore Antonio De Cristofaro

Nonsololibri, venerdì la presentazione del libro del giornalista Simone Di Meo

Scritto da il 22 marzo 2010 alle 19:13 e archiviato sotto la voce Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

I sei mesi che sconvolsero Napoli, a ridosso tra il 2004 e il 2005, con oltre cinquanta persone uccise, sono al centro dell’ultimo lavoro del giornalista Simone Di Meo, «Faida di camorra» (Newton Compton editore), che verrà presentato venerdì 26 marzo alle ore 17.30, presso la Biblioteca Provinciale “A. Mellusi” di Benevento. Oltre all’autore, interverranno il parroco di San Modesto, don Nicola De Blasio, e il giornalista Marzio Di Mezza. Modererà Billy Nuzzolillo.

L’evento rientra nell’ambito della sezione “Legalità” della rassegna “Nonsololibri”, promossa dall’associazione Sanniopress Onlus con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento ed il sostegno di Eurogronde, Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, Aesse Stampa, Piscina Solaria e Messaggio d’Oggi.

Il libro ripercorre la guerra di Secondigliano tra il clan Di Lauro e gli «scissionisti» per il controllo del mercato della droga nella provincia partenopea e si conclude con le pesantissime condanne che sono state inflitte al vecchio gruppo dirigente della cosca di via Cupa dell’Arco, al termine del maxi-processo scaturito dalla prima inchiesta alla holding del narcotraffico.

Il testo svela, inoltre, alcuni particolari inediti sulle indagini e sugli omicidi che insanguinarono l’hinterland nord della città, sottolineando l’importanza del lavoro investigativo svolto da carabinieri e polizia, e coordinato dalla procura antimafia, in una fase di emergenza sociale che portò il capoluogo campano a conquistare le prime pagine della stampa internazionale.

«Faida di camorra» – che segue la precedente opera di Di Meo, «L’impero della camorra – Vita violenta del boss Paolo Di Lauro», dedicata agli esordi criminali del padrino di Secondigliano dal 1980 fino al 2002, anno dell’inizio della latitanza – ricostruisce, inoltre, l’appendice giudiziaria che vide coinvolti l’ex pm Giovanni Corona, il procuratore aggiunto Paolo Mancuso, l’allora senatore di Alleanza nazionale Luigi Bobbio e il costruttore melitese Stefano Marano, con riferimenti a documenti e note parlamentari, atti di indagine e risultanze investigative.

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