‘Senza identità, senza progettualità, senza passione, ma prima ancora senza legittimità, senza fondatezza e senza attendibilità: questo è il bilancio preventivo 2010 che la giunta Pepe ha offerto alla sua maggioranza per avere un lasciapassare per andare oltre l’esito (negativo) delle prossime regionali.
A questo si sono aggiunte poi delle proposte emendative che irrobustiscono soltanto il folclore politico per dare in significativo contributo alla carnevalata beneventana’. E quanto scrive in una nota il gruppo consiliare PdL al Comune di Benevento.
‘Ci si riferisce alla riduzione della Tarsu 2010, disancorata da ogni impostazione e progettualità industriale, unitamente alla eliminazione del biglietto dell’autobus, che rappresentano l’esempio di quello che un’amministrazione non dovrebbe mai fare: illudere la cittadinanza su prospettive assolutamente incompatibili con le regole che sovraintendono la gestione della cosa pubblica degli enti locali.
L’assenza di progettualità politica, la illegittimità della proposta, l’inconsistenza e la insostenibilità di talune ipotesi indusse il PdL a sottolineare l’assenza dei requisiti per poter affrontare in piena tranquillità la discussione sul bilancio preventivo.
Tali considerazioni furono trasfuse in eccezioni di carattere preliminare, su cui ci fu convinta convergenza anche dell’Udeur di palazzo Mosti.
Ciò nonostante non è stato possibile neanche dare la parola al Collegio dei revisori dei conti per spiegare il motivo per cui il medesimo collegio ha dato due distinti e diversi pareri, pur avendo l’opposizione invocato il sindaco ad aprire una discussione serena su questo punto.
L’amore per la trasparenza e per la verità avrebbero acconsentito, ma il silenzio del sindaco e le “regole” hanno impedito che ci fosse il richiesto chiarimento.
L’emendamento proposto poi dal consigliere di maggioranza on. Giovanni Zarro che ha invitato la giunta Pepe a riconoscere quanto prima l’esistenza dei debiti portati da sentenza ben conosciute dall’amministrazione, ci ha convinto ancor di più ad incalzare l’amministrazione sulla evidente assenza degli equilibri di bilancio che creerà non pochi problemi alla struttura finanziaria dell’ente se non si interviene in maniera decisa e risolutiva.
È forse già superato il limite della moralità politica, continuare a spendere soldi sperperando risorse per infruttuosi incarichi professionali e di collaborazione, per sterili spese in nome di una non meglio identificata cultura, senza che ci siano i requisiti minimi dell’equilibrio finanziario, soprattutto quando la stessa amministrazione e maggioranza ne è pienamente consapevole.
Un atteggiamento doloso che non può passare inosservato poiché non pochi sono i danni che si determinano alla struttura comunale.
Proponiamo un atto di diffida a bloccare tutte le spese di carattere discrezionali e non obbligatorie, come da sempre le definisce il servizio finanziario dell’ente, fino a quando non sarà ripristinato l’equilibrio finanziario, cosa sempre più improbabile’.