Le Fiamme Gialle della Tenenza di Montesarchio hanno portato a termine due articolate e complesse verifiche fiscali a conclusione delle quali hanno denunciato a piede libero per evasione fiscale 4 soggetti, recuperando a tassazione oltre 25 milioni di euro.
Le due aziende sottoposte a verifica operano la prima nel settore della vendita al dettaglio di carburati per autotrazione e la seconda nell’ambito del commercio di computer, telefonini e apparecchi foto-ottici.
In particolare, i finanzieri, nei confronti dell’azienda operante nel settore dei distributori di carburanti per autotrazione, hanno accertato e ricostruito che alcuni distributori stradali erano di proprietà solo cartolarmente di una società, mentre di fatto erano gestiti da un’altra azienda che provvedeva ad effettuare i pagamenti delle relative fatture e ad incassare gli introiti dei relativi distributori, senza che le operazioni finanziarie transitassero nella contabilità ufficiale.
In particolare sono stati individuati tutti i movimenti commerciali effettuati dalla società nei vari anni sottoposti a verifica, mediante un minuzioso esame di una gran mole di documentazione extracontabile, nonché attraverso l’esame della documentazione bancaria acquisita attraverso indagini finanziarie. La contabilità ufficiale della società verificata apparentemente risultava regolare, ma attraverso la comparazione con la documentazione extracontabile rinvenuta e quella bancaria acquisita è emersa la sistematica attuazione di un sistema di evasione fiscale, con il quale la società in verifica si prestava ad effettuare pagamenti, attraverso l’emissione di assegni bancari tratti da propri conti correnti, di operazioni commerciali avvenute tra altre due società e documentate con fatture il cui pagamento è avvenuto fittiziamente per contanti.
I conti correnti utilizzati dalla società sottoposta a verifica non risultavano nella contabilità ufficiale della stessa pertanto soltanto attraverso l’ausilio delle indagini finanziarie si riusciva a ricostruire la realtà dei fatti.
I ricavi sottratti a tassazione dall’impresa oggetto di controllo ai fini delle Imposte sui Redditi, ammontano ad oltre 21 milioni di euro, con conseguente evasione di IVA pari ad circa euro 4,5 milioni; a tali importi va aggiunta una base imponibile da sottoporre a tassazione ai fini IRAP di oltre 21 milioni di euro.
Altresì, nei confronti del commercialista tenutario delle scritture contabili è stata rilevata la violazione per le norme antiriciclaggio, previste dal D.lgs n. 231/2007, il quale, in qualità di intermediario finanziario ha omesso di segnalare le operazioni sospette al Ministero delle Economia e delle Finanze per un importo di 4,5 milioni di euro.
Inoltre sono state effettuate segnalazioni ai Reparti del Corpo competenti per territorio di violazioni per circa € 8 milioni di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre società operanti in altre province della Campania.
L’attività ispettiva condotta nei confronti della seconda azienda sottoposta a verifica, operante nel settore dei computer, telefonini e apparecchi foto-ottici, ha consentito di appurare l’ingente evasione realizzata mediante l’importazione, per milioni di euro, di merce dalla Repubblica di San Marino, senza assolvere agli obblighi fiscali previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
La società verificata era stata costituita al solo fine di perpetrare frodi fiscali, mediante l’ormai consolidata prassi di intestare l’azienda ad un prestanome nullatenente e di chiuderla nel giro di pochi mesi, con la speranza di evitare così eventuali controlli del Fisco.
La società, in pratica, importando computer e giochi elettronici da operatori sammarinesi, oltre a rendersi responsabile di un’enorme evasione di IVA comunitaria, andava anche a turbare il mercato, a causa della concorrenza sleale derivante dal prezzo nettamente inferiore dei beni di origine comunitaria e sammarinese.
La Guardia di Finanza, quale organo di polizia economico-finanziario, avvalendosi della cooperazione e dell’interscambio informativo con i Paesi U.E., indagini finanziarie, nonché mediante l’uso di sofisticate e moderne banche dati, ha ricostruito il reale volume d’affari della società risultato essere, in questo caso, pari a circa 2,6 milioni di euro sottratti a tassazione ai fini delle Imposte sui Redditi, perpetrando una doppia evasione di IVA (comunitaria e nazionale) per circa 700.000 euro ed un’evasione di IRAP da calcolare su di una base imponibile di altrettanti 2,6 milioni di euro.
Al fine di garantire la pretesa erariale, gli uomini della Guardia di Finanza hanno proposto all’ A.G. competente l’emissione di decreti di sequestro dei beni, per un valore corrispondente al totale dell’imposta evasa.