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direttore Antonio De Cristofaro

All’Università del Sannio il convegno sul sostegno alle attività culturali

Scritto da il 17 novembre 2009 alle 17:22 e archiviato sotto la voce Scuola. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Universita_Calandra“Il sostegno delle attività culturali. Il caso della musica” è il titolo del seminario che si è svolto stamani presso la Facoltà di Scienze economiche e aziendali dell’Università degli Studi del Sannio.
“Il nostro Ateneo – ha dichiarato nel saluto di apertura il rettore Filippo Bencardino -sostiene da tempo numerose iniziative culturali nella consapevolezza di essere, dal punto di vista disciplinare, un centro tecnico-scientifico e nella volontà di offrire ai nostri studenti altre sollecitazioni di tipo umanistico”.
“Le attività culturali – ha dichiarato l’assessore provinciale alla Cultura, Carlo Falato – sono onerose ma il beneficio, anche se indiretto, contribuisce alla crescita complessiva della comunità”. Sia Falato che il vicesindaco del Comune di Benevento, Raffaele Del Vecchio, hanno posto l’attenzione sulla scadenza del 2013 dei fondi strutturali dell’Unione europea a sostegno di iniziative culturali e sulla necessità per le pubbliche amministrazioni di individuare entro quel termine modalità autonome di finanziamento.
La questione del sostegno alle attività culturali è stata affrontata sotto il profilo aziendale, economico generale e sotto una prospettiva giuridica. Il professore Paolo Ricci, ordinario di Economia aziendale all’Università degli Studi del Sannio, che ha presieduto l’incontro, ha analizzato i principali interventi normativi e si è soffermato su una questione di fondo: “il rapporto inquinato nel nostro Paese tra cultura e economia e il sistema radio-televisivo sempre molto distratto sulle questioni culturali”.
Nel caso specifico della musica si è evidenziato il ruolo centrale svolto in Italia dalle Fondazioni liriche, in tutto quindici. Numerose restano, però, le questioni irrisolte: problemi di carattere organizzativo generale, la governance e il finanziamento delle fondazioni liriche.
Un altro aspetto significativo è stato quello sollevato da Alessandro Leon, ricercatore CLES – Centro di Ricerche e Studi sui Problemi del Lavoro: “Se non formiamo gli artisti – ha detto – la musica lirica si perde. Senza rappresentazione non c’è, infatti, il bene culturale”. Alla discussione sono intervenuti anche Matthias Vogt, ordinario di Politiche culturali e Storia della cultura all’Università Zittau/ Görlitz, su “Il modello sassone, ovvero l’orchestra obbligatoria”; Giorgio Mion, ricercatore in Economia aziendale all’Università degli Studi di Verona, su “L’analisi aziendale delle Fondazioni liriche”; e Pierpaolo Forte, associato di Diritto amministrativo all’Università degli Studi del Sannio, su “Il modello della Fondazione partecipativa”.

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