Lo scorso 17 aprile, militari del N.O.E. di Napoli, sottoponevano a sequestro preventivo l’intero impianto di trattamento rifiuti urbani e speciali non pericolosi, gestito dalla società Eco Energy srl con sede nella zona industriale di Airola.
La misura cautelare reale, adottata d’iniziativa dalla p.g. operante, veniva convalidata dal GIP presso il Tribunale di Benevento, che emetteva conseguente decreto di sequestro preventivo, su conforme richiesta della locale Procura che condivideva pienamente i presupposti a fondamento dell’atto.
L’impianto, di fatto, è autorizzato alla gestione ed al trattamento di rifiuti provenienti da tre comuni nonché da stabilimenti industriali ed è autorizzato anche alla produzione di materia prima seconda, oggi denominata end of waste ex art. 184ter del D.Lgs 152/2006, ovvero materiale recuperato dal trattamento dei rifiuti e gestito attraverso vari Consorzi.
Nel corso dell’attività ispettiva, svolta congiuntamente a personale dell’ArpaC di Napoli, i militari del reparto speciale dell’Arma dei Carabinieri accertavano più violazioni di natura penale, che vanno dall’illecita gestione di rifiuti allo scarico abusivo, nonché varie violazioni alle prescrizioni contenute nell’atto autorizzativo con conseguente fumus commissi delicti in relazione ai reati di cui agli artt. 137 e 256 dlgs 152/2006 nei confronti dell’amministratrice. Nel dettaglio, dal sopralluogo svolto emergevano le seguenti irregolarità:
- ingenti quantitativi di rifiuti, di varia natura, erano stoccati, in totale difformità al layout aziendale, sia all’interno del capannone di circa 5.000 mq. che nelle pertinenze esterne in aree non destinate a tale scopo, di fatto, in alcuni casi, impedendo anche la viabilità interna e comunque, date le altezze dei cumuli, creando pericolo per l’incolumità dei lavoratori;
- lo stoccaggio dei rifiuti nell’area esterna, in alcuni casi anche direttamente su nudo terreno, avveniva senza idonea separazione e protezione; di fatto, sottoposti all’azione costante degli agenti atmosferici, consentiva che nelle acque di piazzale venissero convogliate anche quelle di dilavamento degli stessi;
- il cd. end of waste non risulta riunire i requisiti normativi per essere non più qualificato quale rifiuto, attesa l’eccessiva percentuale di impurità riscontrata, pertanto andando ad aumentare il quantitativo di rifiuti stoccati;
- presenza di tipologie di rifiuto non consentite dall’atto autorizzativo;
- la giacenza stimata risultava 64 volte superiore al limite giornaliero consentito;
- un capannone adiacente e direttamente collegato all’impianto, di circa 2.000 mq., utilizzato per lo stoccaggio dei rifiuti, risultava totalmente abusivo atteso che non era minimamente contemplato nell’atto autorizzativo;
- assenza di presidi antincendio e/o dispositivi antincendio nonché di spazi di manovra per i mezzi di soccorso.
La società, infine, dal gennaio 2022, risulta in amministrazione giudiziaria a seguito di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Benevento per l’ipotesi di reato di riciclaggio.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare reale disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte ad indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.