“Il tenore fortemente strumentale della nota partorita dalla segreteria provinciale di Forza Italia è tipico di un modo di agire schematico e livoroso, fondato sulla denigrazione sistematica dell’avversario e su attacchi violenti e ingiustificati a persone che nulla hanno a che fare con il video in questione, tratto caratterizzante della impostazione di certa destra cui chi si definisce moderato si è ormai da tempo assuefatto. Un atteggiamento in totale antitesi con la reale funzione assegnata alla politica, che privilegia il confronto e il contraddittorio su temi e contenuti, anziché l’insulto e l’offesa come uniche strade per sentirsi realizzati”. Così Erasmo Mortaruolo (PD), Consigliere regionale e Vicepresidente della Commissione Turismo della Campania.
“In un Paese normale – prosegue Mortaruolo – una mancanza nei confronti del territorio viene interpretata come un’opportunità da cogliere, un’occasione per mettere in campo proposte alternative di spessore, onde marcare la differenza con la parte avversa. Sparare nel mucchio al solo scopo di screditare il dirimpettaio cavalcando un risentimento equivale ad un pietoso esercizio diffamatorio, improntato per lo più a sottolineare la propria esistenza e a giustificare le carenze della propria parte politica. La campagna “Campania Divina” prevede più video promozionali, ma è bastata l’uscita del primo per far scattare la feroce aggressione. Sarebbe bastato informarsi, chiedere delucidazioni sul perché non fossero presenti immagini del Sannio, ma invece, sulla capacità di andare a fondo al problema, ha prevalso la contrapposizione a prescindere, la necessità di approfittare della situazione per sferrare l’attacco frontale. Segno tangibile che l’interesse del territorio, sì quello tanto decantato, passa in secondo piano dinanzi alla possibilità di schiacciare e umiliare il nemico. Ma poi, da che pulpito: tirare in ballo “Campania Divina”, quando la procura della Corte dei Conti ha avviato un’indagine sulla campagna promozionale del Ministero del Turismo “Open to Meraviglia”, costata 9 milioni di euro e dissoltasi all’improvviso da tutti i social da prima dell’estate scorsa, con ipotesi di danno erariale, e cioè di sperpero di denaro pubblico, non c’è che dire, è un fulgido esempio di lungimiranza e tempismo. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.