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direttore Antonio De Cristofaro

All’Università del Sannio Marc Jaeger ha parlato del lavoro del Tribunale europeo

Scritto da il 4 novembre 2009 alle 13:27 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Si è svolta, ieri pomeriggio, presso l’Auditorium Sant’Agostino dell’Università degli Studi del Sannio, la Conversazione con il Presidente del Tribunale di primo grado delle comunità europee, Marc Jaeger, sul tema “Garantire l’accesso a una giustizia di qualità. Venti anni dopo a che punto si trova il Tribunale”. L’incontro, moderato da Roberto Virzo, ricercatore di Diritto internazionale della Facoltà di Economia, si è aperto con i saluti del preside della Facoltà di Economia dell’Università del Sannio, Anna Clara Monti, e del direttore del Dipartimento Pe.Me.Is., Antonella Tartaglia Polcini.
La Conversazione con il Presidente Marc Jaeger ha costituito un’importante occasione per riflettere sul ruolo del Tribunale di primo grado delle Comunità europee a venti anni dall’assunzione delle funzioni dei suoi membri e sui futuri sviluppi istituzionali, inclusi quelli previsti dal Trattato di Lisbona, di tale organo giurisdizionale comunitario.
“La qualità della giustizia – ha dichiarato Jaeger – dipende dalla preparazione del giudice combinata all’efficienza, ovvero la capacità di dare risposte in tempi ragionevoli. Nella metà anni ’80 fu posta l’attenzione sul forte carico di lavoro della Corte di giustizia delle Comunità europee. Negli anni ’70, infatti, la durata media di un processo era di 8 mesi e mezzo, nell’85 di 24 mesi. Emerse, quindi, una seconda esigenza: creare un doppio grado di giudizio. Questo esigenza fu affidata al legislatore che nell’86 con l’Atto Unico europeo istituisce, accanto alla Corte, una giurisdizione specializzata, il Tribunale di primo gardo delle Comunità europee. Il nostro contenzioso – ha continuato Jaeger – è in aumento. Per garantire la qualità della giustizia possiamo fare alcuni cambiamenti all’interno: potremmo, per esempio, attribuire più cause a un giudice unico, oppure fare modifiche strutturali nell’architettura del Tribunale dell’Unione europea, creando una camera di giuristi specializzata soprattutto in materia di marchi: un diritto che può essere scorporato. Oppure potremmo aumentare il numero di giudici nel tribunale di I grado”.
La successiva analisi del professore Felice Casucci, direttore del Centro di studi di Diritto comunitario del Dipartimento Pe.Me.Is., in tema di garanzie per l’accesso a una giustizia di qualità si è soffermata sulla necessità della formazione continua di tutto personale giudiziario. “Senza una competenza e un’adeguatezza dei giudici nazionali tutto il ragionamento è claudicante – ha dichiarato. Non si può prescindere, inoltre, anche da altri fattori come l’uguaglianza, la trasparenza, l’accessibilità, la tempestività, la certezza e l’indipendenza”. Le conclusioni sono state affidate al professore Pietro Perlingieri, coordinatore della Scuola di dottorato internazionale “Persona Mercato e Istituzioni”.
L’incontro con il presidente Jaeger ha inaugurato anche il secondo ciclo dell’insegnamento in “Diritto e Letteratura” del corso di laurea in Giurisprudenza dell’Ateneo sannita.
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