Il presidente federale è tornato a parlare della riapertura degli impianti: “Un segnale mille tifosi allo stadio, ma sono pochi. Ci vuole lo stesso provvedimento anche per Serie B, C e Dilettanti”. E sulla riduzione dei tamponi: “Il CTS ci darà ragione”
“Il mondo professionistico vive uno dei momenti più drammatici, con la difficoltà di far fronte a tutta una serie di impegni. C’è l’esigenza di un intervento esterno, una sorta di ‘Recovery Fund’ per il mondo dello sport”. Intervenendo prima ai microfoni di ‘Radio anch’io Sport’ su Radiouno e poi in un’intervista rilasciata a Sky Sport, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha sottolineato l’impatto economico dell’emergenza COVID-19 sul mondo del calcio: “I contratti con costo del lavoro pre-COVID, e ricavi che soffrono per l’emergenza del lockdown e non solo, generano condizioni di default. La partenza della stagione 2020/21 ci preoccupa moltissimo, molto più della ripartenza della scorsa stagione. Oggi il mondo del volontariato e dilettantistico è sfiduciato. I mecenati impegnati nel calcio di base, nei dilettanti e anche nel professionismo di base, stanno meditando di abbandonare. Questo non ce lo possiamo permettere come mondo dello sport e non se lo può permettere il nostro Paese”.
Dopo il via libera del Governo, in occasione della prima giornata del campionato di Serie A sono tornati i primi tifosi sugli spalti: “E’ un segnale importante – ha dichiarato Gravina – anche se mille spettatori sono davvero pochi. Penso che la gradualità debba essere proporzionale, altrimenti corriamo il rischio di avere valori assoluti applicati a situazioni molto diverse. E’ importante applicare questa disposizione anche alla Serie B, alla Serie C e ai Dilettanti. Il Calcio è uno e deve recuperare la presenza del pubblico perché oggi sembra un corpo senza anima. Abbiamo dimostrato grande responsabilità, abbiamo mostrato con i comportamenti di meritare la fiducia dopo aver superato un pessimismo diffuso”.
La speranza è che anche la Nazionale possa presto contare sulla spinta dei suoi tifosi, a cominciare dalla sfida di Nations League con i Paesi Bassi in programma il 14 ottobre all’Atalanta Stadium: “La decisione di andare a giocare a Bergamo è una testimonianza di ulteriore attaccamento, di rispetto e riconoscenza, al grande impegno di tanti volontari, medici, professionisti, che hanno aiutato a superare il momento critico della pandemia. L’auspicio è che ci sia una piccola ma significativa presenza di pubblico a Bergamo. Dipenderà sicuramente, oltre dalle norme che saranno indicate dal Governo, dalle indicazioni dell’UEFA. Siamo ottimisti perché in occasione della Supercoppa Europea a Budapest verrà introdotto il 30% del pubblico, un esperimento che credo l’UEFA abbia intenzione di estendere a livello internazionale”.
A breve intanto è attesa la risposta alla richiesta della Federcalcio di ridurre la frequenza dei tamponi ai giocatori: “Sono convinto che il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ci darà ragione, spero che già domani o in settimana possa essere bloccato il vecchio protocollo perché non solo è insostenibile, ma comincia ad essere invasivo per i nostri ragazzi”.
Dopo aver nuovamente espresso la volontà di prolungare il contratto al Ct della Nazionale Roberto Mancini per quello che è un progetto “a medio-lungo termine”, il numero uno della FIGC ha ribadito come i play off in Serie A potrebbero rappresentare una soluzione per rendere più avvincente il campionato e di conseguenza più appetibile il prodotto calcio: “Spero che il confronto possa essere condiviso tra tutte le componenti per una riforma del calcio italiano, che deve andare in linea con la riforma dello sport”.
(fonte Figc)