Samnites Gens fortissima Italiae

Il Sannita.it

direttore Antonio De Cristofaro

Incendio deposito Barletta a S. Giorgio del Sannio, Corona chiama in causa la Procura

Scritto da il 23 ottobre 2009 alle 18:37 e archiviato sotto la voce Ambiente. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

corona_gabrieleGabriele Corona, presidente di Altrabenevento, chiama di nuovo in causala Procura della Repubblica di Benevento, in merito alle conseguenze per la salute pubblica a San Giorgio del Sannio, prodotte dall’incendio del 23 maggio scorso in cui andò distrutto il deposito Barletta in contrada Cesine.

‘Sul sito – si legge nella note – rimangono ancora, dopo cinque mesi gran parte dei materiali bruciati: dopo le esalazioni dovute al caldo estivo, ora sono sotto la pioggia con conseguente dispersione di altri inquinanti nella zona.
Come disposto dal Codice per l’Ambiente la ditta proprietaria del capannone avrebbe dovuto, sotto il controllo del Comune, dell’Arpac e della Asl, tempestivamente ‘caratterizzare’ i rifiuti, cioè, stabilire con apposite analisi la loro natura per decidere come rimuoverli e smaltirli. Ed invece, la prima conferenza dei servizi si è tenuta il 5 agosto, dopo oltre due mesi, ma solo per decidere di smantellare in tutta fretta il capannone danneggiato dal fuoco senza rendere noti i risultati delle analisi dell’aria, del suolo, delle acque e dei rifiuti prodotti dalla combustione.

L’Arpac di Benevento che in occasione dell’incendio di un altro capannone in provincia ha tempestivamente attivato tutte le procedure di legge per caratterizzare i rifiuti e bonificare l’aria, nel caso di San Giorgio del Sannio ha sempre sostenuto che quell’incendio, durato 60 ore, non ha prodotto un inquinamento preoccupante. Ed invece, è stata la stessa ARPAC con il verbale n. 382 emesso il 29 maggio, ad accertare un quantitativo di benzene pari a 575 microgrammi per metro cubo, cioè, 115 volte superiore al valore di riferimento.

E non basta! Il 18 giugno sempre l’Arpac ha emesso il verbale n. 380 relativo all’esame delle acque di spegnimento giudicate ‘non accettabili’, per il superamento dei parametri di alluminio,ferro, rame, tensioattivi totali e zinco. In particolare, l’alluminio riscontrato è stato di venti volte superiore al limite massimo consentito e i tensioattivi addirittura sono risultati pari a 650 volte i valori normali.

Quando la scorsa estate si bruciò un capannone di Atripalda, le autorità preposte alla tutela ambientale ed i Vigili del Fuoco riuscirono a raccogliere e disinquinare le acque di spegnimento prima della immissione in fogna; nel caso di San Giorgio del Sannio, invece, le acque piene di metalli e altri materiali inquinanti sono finite nella cunetta non impermeabilizzata con conseguenti infiltrazioni nel terreno e nelle falde. Oppure le stesse sono finite nella fogna che, dopo alcune centinaia di metri, sversa a cielo aperto, senza alcuna forma di depurazione, in una canale utilizzato anche per irrigare gli orti’.
“Nessuna comunicazione, però – conclude Corona -, è stata fornita ai cittadini per avvisarli del pericolo derivante dall’inquinamento della zona e neppure sono stati analizzati i pozzi delle abitazioni circostanti o sottoposti ad analisi gli abitanti della zona.

Tutti hanno voluto minimizzare gli effetti dell’incendio, ma neppure durante l’ultima Conferenza dei Servizi tenuta il 5 ottobre, presso il Comune di San Giorgio del Sannio, è stata certificata la ‘assenza di pericolo per la salute pubblica e l’ambiente’. Si tratta di comportamenti estremamente gravi che segnaliamo alla Procura della Repubblica sperando, ancora una volta, che, almeno, la Magistratura accerti le responsabilità”.

Rispondi

Stampa Stampa
Associazione IL SANNITA - Via San Gaetano, 22 - 82100 Benevento - P.IVA e C.F. 01755500624