Quella di ieri, per la procura e per il Gip Anna Laura Alfano, è stata una giornata intensa. Sono iniziati infatti, gli interrogatori di una parte dei 25 indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente campana. Dopo aver ricevuto dal Gip Alfano, il provvedimento di divieto di dimora in Campania e in alcune province limitrofe, Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, è stata una dei primi a essere ascoltata dal giudice delle indagini preliminari. Il suo interrogatorio è durato un quarto d’ora.
«Sandra Lonardo intende mettersi a disposizione della giustizia, perché ha tutto l’interesse a chiarire prima e nel miglior modo possibile le contestazioni che le sono mosse – fa sapere il suo legale Severino Nappi -. La mia assistita chiede solo del tempo per poter visionare le carte raccolte dalla procura».
Si tratta di 915 pagine di ordinanza, nelle quali l’Arpac viene definita «un vero e proprio feudo di alcuni esponenti dell’Udeur» e si parla di un massiccio giro di favori, assunzioni pilotate e violazione delle norme di trasparenza su appalti pubblici. E proprio Sandra Lonardo, sarebbe additata come il dominus, assieme al marito Clemente, dell’organizzazione a delinquere che avrebbe gestito, per procurarsi vantaggi economici e politici, appalti dell’Arpac, carriere di medici nella Asl di Benevento 1 e in alcuni ospedali regionali.
Secondo l’accusa, Sandra Lonardo avrebbe «istigato» l’ex direttore dell’Arpac, Luciano Capobianco, ascoltato anche lui ieri dai pm e ora agli arresti domiciliari, ad assumere o assegnare consulenze a persone segnalate da politici. Accuse contro le quali la Lonardo ha ribadito la sua estraneità ai fatti. «Ho fatto il massimo per esaltare il ruolo del consiglio regionale della Campania e per lavorare per il bene dei cittadini». È stato questo il suo commento dopo la conclusione dell’interrogatorio.
Ancora più chiaro e deciso il messaggio che compare nel suo profilo su Facebook: «Mai gestito appalti, mai preso una lira da nessuno!!! Mai condizionato nessuno». È quanto si legge nella bacheca del presidente regionale campano. Un messaggio scritto anche in risposta ai messaggi di stima e di affetto arrivati al presidente regionale da centinaia di utenti. L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Francesco Curcio, coinvolge 63 persone tra politici regionali appartenenti all’Udeur, dirigenti della Pubblica Amministrazione e imprenditori. Finora sono state applicate 25 misure restrittive, tra cui 18 divieti di dimora, sei misure interdittive e un arresto ai domiciliari. Nei prossimi giorni continueranno gli interrogatori e si vedrà se ci saranno dei cambiamenti nella funzione della Lonardo. Infatti il provvedimento a lei giunto, le proibisce, almeno formalmente, l’accesso al luogo di lavoro, presso il centro direzionale di Napoli. Ma lei ha scelto la capitale come nuova dimora.