La candidatura della ‘Cultura del tartufo’ a patrimonio Unesco è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali che sviluppa nei territori vocati un business importante. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il via libera all’unanimità della Commissione italiana per l’Unesco della candidatura della ‘Cultura del tartufo’ anche come sostegno a Norcia e alle altre aree del sisma.
La richiesta di candidare a bene immateriale vivente da proteggere le ‘Pratiche e conoscenze della cultura del tartufo’ è sostenuta – sottolinea la Coldiretti – dalle 54 città italiane del tartufo, di 14 regioni lungo tutto lo stivale, insieme alle associazioni interessate. Tra queste anche Ceppaloni con il pregiato tartufo bianco.
“L’inclusione del tartufo nella lista dei beni immateriali dell’umanità – sottolinea il presidente di Coldiretti Benevento, Gennarino Masiello – aggiungerebbe un tassello estremamente importante alle produzioni di qualità del nostro territorio. Il pregiato ‘bianco’ di Ceppaloni, se dovesse diventare patrimonio Unesco, costituirebbe un elemento trainante per la creazione di percorsi turistici ed enogastronomici che legherebbero sostenibilità e qualità ambientale alle tradizioni sannite di eccellenza. Argomenti su cui, come Coldiretti, ci spendiamo da tempo attraverso la promozione del Made in Sannio che garantisce la tracciabilità dei prodotti, la sicurezza e sostiene l’economia del territorio.
Ecco perché appoggeremo in pieno la proposta di candidatura formulata dalla Commissione Italiana e ci spenderemo, in tutte le sedi, per sostenerla”.