Il Movimento 5 Stelle ha occupato le piazze virtuali, oltre a quelle reali. E’ l’unica forza politica ad aver fatto entrambe le cose, nella speranza e nella convinzione che le urne siano benevole. Una forza, quella del Movimento, che è nata dalle intuizioni geniali di Gianroberto Casaleggio e fa del web il luogo della controinformazione – libera da potentati economici e politici- e della discussione. Il candidato del centrosinistra ha tentato lo sbarco in rete: è stato un fallimento. La pagina “Benevento Centrale” langue, come la stazione di Porta Rufina; una fan page nata “spontaneamente” ha meno di mille iscritti. Il profilo del candidato, poi, intristisce. Il signorotto di Ceppaloni al confronto sembra un “nativo digitale”. È il segno che alla giovane età del fantoccio di Pepe corrisponde una visione vecchia della politica: sua e dei suoi uomini, cha abitano goffamente la Rete. Strumento che per noi rappresenta, coniugato sapientemente alla concretezza dell’incontro che stiamo sperimentando nei quartieri e nelle contrade della nostra città, la possibilità di una democrazia più partecipata e trasparente. D’altronde i nostri attivisti lo utilizzano meravigliosamente per contrastare l’informazione spesso distorta o per farsi portavoce di istanze della società civile incarnando alla perfezione l’idea di “intelligenza collettiva”. Così come fanno i candidati della nostra lista, che hanno colonizzato il web diventando tutti animatori di una vera e propria “agorà digitale”. Per questo nel nostro Programma (a proposito: ma il programma del Pd esiste? Non riusciamo a trovarlo… in rete) abbiamo parlato di un Comune “social”. È fondamentale per un Sindaco/Portavoce del XXI secolo essere sempre in rete con i suoi cittadini per sentirne bisogni e desideri. L’esatto opposto di quanto fatto in questi anni dal fantoccio di Pepe, chiuso nel Palazzo (Mosti) come un antico signore feudale. Giovane anagraficamente, vecchissimo nello stile comunicativo e nelle pratiche politiche. Il 5 giugno segnerà, tra le altre cose, il passaggio simbolico di Benevento dalla politica “analogica” a quella “digitale”.