“Se la palla non vuole entrare ce la portiamo noi dentro”. Così in sala stampa, Gaetano D’Agostino. Uno che il calcio l’ha praticato sui manti erbosi della serie A. “Oggi non è stato facile vincere. Anche se vittorie come queste sono più belle. Perché abbiamo sofferto, lottato e vinto tutti insieme. Oggi abbiamo dimostrato di essere davvero un grande gruppo”.
CONDIZIONE – Non ho fatto la preparazione questa estate. E non sono ancora perfettamente in forma, ma sono felice di giocare. Sto ritrovando la condizione. Giocare da regista con affianco Vitiello o Agyei mi fa stancare meno. Ma giocare in mediana non è facile. Ti stanchi molto perché devi correre tanto, facendo il campo in lungo e largo. Con mister Marino all’Udinese ho giocato nel 4-3-3. In Coppa Uefa si doveva correre tanto ed eravamo solo io ed Inler. Per reggere bene fino al novantesimo mi mancano solo altri 10 minuti. Fisicamente però sto bene, il brutto infortunio è alle spalle”.
CAMPIONATO – “Oggi non volevamo uscire. Al di là di come andrà il campionato, è bello vincere e godersi le vittorie con tutti, anche con il pubblico e la gente. Questo è un gruppo fantastico.
Non pensiamo a vincere il campionato ma a macinare punti, senza guardare nulla. Stiamo lavorando con spensieratezza e gioia e questo ci aiuta a fare bene e a dare il massimo durante la settimana ed in campo”.
EPISODIO DA ESPULSIONE – “Sull’episodio dell’espulsione, io mi trovavo solo di passaggio. Il mio avversario non l’ho nemmeno toccato. A fatto tutto l’arbitro che ha prima fischiato la simulazione, ammonendo per la seconda volta e quindi espellendo il calciatore del Melfi; poi è ritornato sui suoi passi, fischiando la punizione contro, come se avessi fatto io il fallo. Ci mancava solo che mi ammonisse”.
AVVERSARI – “Giocare col Benevento suscita sempre a dare qualcosa in più. Tutti vogliono fare bella figura con noi. E anche il Melfi ha provato a farlo”.
CLEMENTE – Ultimo passaggio D’Agostino lo dedica all’amico Gianpiero Clemente, siciliano come lui. “Lo ringrazio perché mi ha consigliato di venire qui e non di andare in Belgio. Mi diceva che qui avrei trovato un bel ambiente e rilanciato la mia carriera. Aver detto sì è stato tutto merito suo”.
di Edoardo Porcaro