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Truffa ai danni dello Stato: arrestato imprenditore di Castelpagano

Scritto da il 7 novembre 2013 alle 13:48 e archiviato sotto la voce Primo Piano, Territorio. Qualsiasi risposta puo´ essere seguita tramite RSS 2.0. Puoi rispondere o tracciare questa voce

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento ha tratto in arresto A. P.C., imprenditore di Castelpagano, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

 L’ordinanza dell’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, all’esito delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Benevento.

 Il GIP ha anche disposto il “sequestro per equivalente” su beni immobili di proprietà dell’imprenditore, tra cui anche il Palazzo Ducale di Castelpagano per un valore di oltre 2,5 milioni di euro.

 Le investigazioni delle Fiamme Gialle hanno consentito di scoprire e disarticolare un complesso e sofisticato modus operandi grazie al quale l’imprenditore tratto oggi in arresto, creando fatture e preventivi falsi, utilizzati quali “pezze di appoggio” per rendere verosimili le procedure cartolari, funzionali all’ottenimento di contribuzioni pubbliche (comunitarie, nazionali e regionali), ha “gonfiato” i costi aumentandoli anche di oltre l’800% dell’effettivo valore.

 Il disegno criminoso ha consentito, infatti, all’imprenditore di beneficiare di due contributi pubblici per circa 2,9 milioni di euro, quasi del tutto erogati, a fronte di investimenti complessivi di circa 4,9 milioni di euro, nell’ambito delle Misure Regionali del Programma Operativo Nazionale Pesca cofinanziato dal F.E.P. Campania 2007/2013 Mis. 2.1 – Sottomisura 2.1.1 – “Investimenti Produttivi nel Settore Acquacoltura”.

 Nella misura cautelare il GIP ha riconosciuto indizi “granitici di colpevolezza” desunti dalle stesse modalità e dalle circostanze dei fatti, caratterizzati da collaudate tecniche di esecuzione nel creare apparenze contabili false, poste in essere nella spavalda convinzione della conseguente impunità.

 La condotta dell’uomo, secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa dal GIP in ordine ai gravi indizi di colpevolezza, sebbene non con riferimento anche alle esigenze cautelari, è stata perpetrata in concorso con pubblici funzionari avverso i quali, per detta ragione, si procede in stato di libertà.

 L’imprenditore, difatti, nella commissione dei delitti è stato coadiuvato da dipendenti della Provincia di Benevento e delle sedi distaccate in questa provincia della Regione Campania che, pur deputate, quale ultimo presidio al controllo della regolarità delle erogazioni pubbliche, hanno invece consentito di forzare il sistema di controlli garantendo un fruttuoso tornaconto personale all’imprenditore.

 Lo stesso imprenditore nel mese di luglio 2013 era stato trovato in possesso, presso la propria abitazione, di oltre 400 reperti archeologici di inestimabile valore (alcuni addirittura databili al VII secolo a.C.) illecitamente detenuti e, pertanto, sottoposti a sequestro dai Finanzieri, misura confermata dal Tribunale per il riesame’.

 

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