Un gruppo di produttori chiede di conoscere lo stato dell’arte sull’attività di vigilanza svolta dal Consorzio “Samnium”. “Tale richiesta – si legge in una nota – scaturisce dalla forte preoccupazione generata dalle non confortanti notizie di mercato, che danno in ribasso le quotazioni delle uve Falanghina di oltre il 20%. Viste le crescenti richieste dei vini ottenuti da tali uve, sul mercato nazionale e internazionale, da parte dei consumatori finali, si ritiene che tali ribassi non trovino giustificazione e che siano frutto di speculazione generata dalla mancata vigilanza ed errori di programmazione e commercializzazione della filiera.
Ciò premesso, considerato che la falanghina è l’ultimo baluardo contro la distruzione completa dell’economia del territorio, si invita il Consorzio ad adempiere ai propri doveri vigilando sui mercati, affinché le speculazioni in atto vengano interrotte. A noi operatori vitivinicoli, tale attività non risulta evidente, nonostante il Consorzio già da qualche anno abbia ricevuto l’incarico Ministeriale. Si ritiene che tale situazione sia estremamente dannosa per gli interessi diffusi, e rappresenti un danno enorme oltre che una beffa, anche in relazione alla implementazione dei controlli di filiera affidati all’ISMECERT.
Tali controlli, molto onerosi per gli operatori, sono del tutto vanificati se non c’è una adeguata attività di vigilanza di esclusiva titolarità del Consorzio di Tutela. Paghiamo ancora una volta una tassa per un servizio non prestato. Si invita altresì il Consorzio ad organizzare, urgentemente, un tavolo di concertazione di tutti i produttori per stabilire i prezzi minimi di vendita, e porre fine all’azione di speculazione di mediatori e commercianti interni ed esterni al territorio della Falanghina del Sannio”.