L’assessore comunale ai Servizi Sociali, Emilia Maccauro, replica alle dichiarazioni fatte dalle Basile dopo lo sgombero forzato delle famiglie che, per settimane, avevano occupato uno stabile di via Episcopio.
Di seguito il testo integrale della nota:
‘Leggo senza alcuna sorpresa l’ennesima nota della Sig.ra Basile, consuetamente ridondante di aggettivi, tipici della campagna elettorale e, volentieri, mi presto – differentemente dall’intento della nota – a farle da sponda utilizzando il mezzo della stampa, che non si confà alla discrezione a cui ho improntato la mia vita e il ruolo pubblico che sto svolgendo, solo per lasciare questo contraddittorio nella sede che ha ritenuto di ospitarlo.
Noto che la Basile ed io concordiamo sul fatto che la vicenda dello sgombero di Via Episcopio parte da un atto di un magistrato, posto che lo sgombero, checché l’autrice dell’apprezzabile nota ne opini, restituisce un immobile privato al suo legittimo proprietario dopo una illegale deprivazione.
Che la Signora Basile abbia, poi, ritenuto opportuno prestare la propria umana e significativa assistenza agli occupanti, è cosa che le fa privatamente onore, al pari di Don Nicola De Blasio, la cui benemerita attività, invece, è notoria a tutta la città e non necessita del mio plauso che, pure, si unisce a quello di tanti altri. Peraltro, quello che per noi tutti è Don Nicola, aveva tutti i titoli e ben donde ad essere presente sul luogo dove, come sempre, ha svolto la sua missione.
Le procedure di sgombero di edifici privati operate dalle Forze dell’Ordine non prevedono, invece, la partecipazione del Comune quale Ente nel momento della loro esecuzione, mentre di certo l’Ente Comune ha fatto quanto poteva per la sostenibilità del provvedimento, sia inviando sul luogo le proprie assistenti sociali a sostegno dei bambini, dei disabili e di quanti si trovassero in situazioni di debolezza, sia mettendo a disposizione una struttura, peraltro sottratta ad altro legittimo uso.
Ci si chiede, piuttosto, se tali illegittimi tipi di azioni, se intraprese, andrebbero fatte senza lo scudo di bambini, malati, disabili, così impedendo il realizzarsi di situazioni di pericolo che, quando poi denunciate dall’Assistenza Sociale Professionale, hanno suscitato reazioni scomposte che ancora oggi si stenta a comprendere.
La concertazione o, più tecnicamente mediazione di opportunità, è stata effettuata in un momento precedente all’azione di ripristino della legalità, con gli esiti che la Basile e tutti gli altri cittadini, hanno appreso dalle cronache e che ha portato alla messa a disposizione di un edificio scolastico cittadino in cui ora sono ospitati gli occupanti.
Respingo la sola idea di reputare seria la pretesa di concertare tra soggetti a tanto istituzionalmente tenuti, per autorizzare la Questura al reato di rifiuto di atti d’ufficio!
Quanto alla mia persona, non attiene al mio ruolo né partecipare alla “concertazione” – che è appannaggio degli organi apicali e così di Sindaco, Questore e Prefetto – né di essere direttamente presente alle operazioni di polizia, per ovvi motivi di sicurezza, per inciso sostenendo una iniziativa che non ho condiviso sin dal principio.
Posso rispondere senz’altro, però, che non già alle sei del mattino ma alle ore nove, ero personalmente in assessorato a ricevere le famiglie degli utilmente collocati nella graduatoria degli aventi diritto ad alloggi pubblici i quali, anch’essi disperati, esasperati , accorati ed affranti dal medesimo disagio sociale di cui siamo qui tutti a dolerci in egual misura, mi chiedevano se anche loro, per vedere riconosciuto il proprio diritto, dovessero esporsi con le loro famiglie ad una occupazione illegale o procedere a gesti altrettanto eclatanti.
Rassicuro la Sig.ra Basile che la conoscenza che ella dice di avere delle situazioni di bisogno – attestata dall’opera meritoria che la Cooperativa di cui è membro attivissimo assicura alla città nella gestione della struttura Lap31al Rione Libertà – è certamente almeno uguagliata da quella che ho dalla mia posizione privilegiata che mi da accesso alla documentazione di ufficio e mi consente il contatto e di ricevere informazioni direttamente dagli assistiti del IV settore e dai suoi tecnici.
Ciò che di certo ci separa è l’idea di come affrontare le stesse questioni, per quanto mi attiene non certo col populismo ed il ricatto sociale forieri di divisione ed ulteriore disagio.
Concludo testimoniando la piena comprensione, la vicinanza e l’impegno dell’Ente Comune per tutti e per ciascuno che si trovi ad avere difficoltà per la mancanza di abitazioni e di risorse per la gestione quotidiana delle proprie famiglie, rimarcando ancora che solo il rispetto delle regole di pacifica convivenza, fa giustizia delle esigenze e dei bisogni dei più deboli’.