‘’La Giunta regionale non mi pare abbia applicato in maniera equanime le norme contenute nella legge regionale n. 16. Se si fissano delle regole, queste devono valere per tutti. Altrimenti si è autorizzati a credere che certi territori godono di maggiore considerazione, politica ed elettorale. Ho la sensazione che il governo regionale abbia ceduto alla logica dei due pesi e delle due misure. Pertanto chiederò che per Cerreto Sannita possa essere applicato lo stesso criterio ‘a maglie larghe’ utilizzato per altri presidi ospedalieri’’. Così si è espressa la presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo, che oggi, insieme al capogruppo dell’Udeur, Fernando Errico, ha ricevuto una delegazione del Comitato civico che si batte contro la chiusura dell’ospedale di Cerreto Sannita.
‘’Sono venuta a conoscenza di una delibera di Giunta nella quale, in buona sostanza, si concede carta bianca ai manager delle Asl a vantaggio di alcuni presidi, che pure, secondo la legge varata in Consiglio, avrebbero dovuto svolgere (alla pari di Cerreto) solo servizi riabilitativi. Insieme ai consiglieri regionali del territorio – ha aggiunto Lonardo – chiederò di incontrare il presidente della V Commissione sanità e gli assessori regionali competenti. Il Sannio, ancora una volta, rischia di essere penalizzato oltre misura, malgrado abbia dimostrato, in questi anni, di essere il territorio più virtuoso in materia di spesa sanitaria.
La delibera di Giunta del 30 marzo 2009 alla quale fa riferimento la presidente Lonardo è successiva alla legge approvata in Consiglio il 28 novembre 2008 per la razionalizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera regionale.
Secondo le tabelle allegate alla legge di razionalizzazione della rete ospedaliera regionale, Cerreto avrebbe mantenuto solo il servizio di riabilitazione. Così come ad esempio Roccadaspide. Ma la giunta regionale, superando di fatto le indicazioni del Consiglio, ha varato una delibera nella quale indica ‘Interventi attuativi per la riqualificazione e riorganizzazione di alcuni presidi ospedalieri: San Guglielmo Bisaccia (Avellino), Ave Grazia Plena di San Felice a Cancello, CTO Napoli, Incurabili Napoli, Roccadaspide ed Agropoli. Nella delibera si legge testualmente: ‘’I presidi elencati sono oggetto di una rilevante riconversione in quanto escono dalla rete dell’emergenza per assumere funzioni per acuti in elezione o funzioni riabilitative’’. Insomma, una maniera per aggirare l’ostacolo e la legge regionale. ‘’La delibera di giunta ha di fatto modificato i criteri fissati nella legge n. 16. Pertanto, per quanto mi riguarda, tale delibera di giunta non può avere alcuna efficacia. L’argomento deve essere affrontato per competenza in Consiglio regionale’’, ha sottolineato ancora il presidente Lonardo.
Nell’incontro odierno, i rappresentanti del Comitato civico per Cerreto Sannita hanno presentato un documento in cui elencano minuziosamente tutte le necessità del territorio sannita servito dal presidio ospedaliero di Cerreto. In particolare chiedono che a Cerreto sia attivato il reparto di rianimazione, già pagato e pronto, considerato un centro all’avanguardia per tecnologia e non certo trasferibile altrove. Il Comitato ha chiesto, anche in riferimento al diverso trattamento riservato a presidi come quello di Roccadaspide, di individuare valide soluzioni alternative anche per Cerreto.
Tra l’altro, le richieste avanzate dai cittadini-utenti di Cerreto collimano con le proposte emendative presentate in Commissione dal capogruppo dell’Udeur e sostenute da tutti i consiglieri regionali sanniti. Gli emendamenti alla legge 16 furono bocciate in Commissione. Prevedevano, tra le altre misure a salvaguardia di Cerreto, una Unità di terapia intensiva, coronaria e rianimatoria (7 posti letto), un’Unità semplice di pneumologia ed endoscopia toracica (4 posti letto), un’Unità operativa semplice di oncologia (10 posti letto), un’Unità operativa complessa di ortopedia e traumatologia (20 posti letto), un’Unità operativa complessa di chirurgia generale (24 posti letto, compresi 4 di chirurgia vascolare) ed un’Unità operativa complessa di medicina interna e astanteria di Pronto soccorso (34 posti letto). Infine, era previsto l’Utic con ulteriori 5 posti letto.