San Giorgio la Molara, 15 novembre — Il 10 novembre, scadeva l’ultima data utile per il pagamento delle bollette dell’acqua per i residenti di San Giorgio la Molara. L’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco De Vizio, ha richiesto il saldo dei consumi idrici del periodo fine anno 2023 – 30 giugno 2024, ma molti cittadini si chiedono: quale servizio stiamo pagando? Sono troppe le famiglie che nel territorio di San Giorgio la Molara stanno vivendo disagi per la mancanza di acqua, addirittura più di 20 famiglie delle contrade Cardito e Fabbricata vivono da mesi in emergenza idrica, costrette a trovare risorse d’acqua in modo autonomo, con grandi sacrifici e disagi.
Nessun Risultato per le Promesse dell’Amministrazione – La situazione ha sollevato proteste e malcontento diffusi, con critiche mosse sia dai cittadini che dal Gruppo Consiliare TERRE di LAVORO. A quasi due anni dall’inizio della crisi idrica, l’Amministrazione non ha fornito risposte concrete né spiegazioni sulle azioni (o mancate azioni) intraprese. Nonostante le promesse di un miglioramento, nulla è cambiato, e il servizio idrico resta in uno stato di stallo per molte famiglie del territorio.
Il Gruppo Consiliare TERRE di LAVORO ha sollecitato più volte anche l’Ente Idrico Campano ad intervenire, nonché il Prefetto di Benevento e la Procura della Repubblica, confidando in un loro intervento.
Il Sindaco De Vizio aveva annunciato e promesso più volte la riduzione delle tariffe rispetto a quelle applicate dalla Gesesa. Durante una seduta consiliare, infatti, aveva criticato la società di gestione precedente, accusandola di deludere sulla qualità del servizio e di applicare costi troppo elevati. Tuttavia, le tariffe sono rimaste invariate anche per il 2024, deludendo le aspettative dei cittadini.
La Crisi dei Pozzi e la Questione del Pozzo Brecciale – La crisi idrica di San Giorgio la Molara è aggravata da problematiche legate all’accesso alle risorse idriche locali nonostante il territorio sia ricco di sorgenti e falde in diverse località.
La presenza concreta di acqua presso il pozzo dell’ex cava Brecciale utilizzata storicamente dalla Gesesa SpA e presso un altro pozzo realizzato senza permesso in una proprietà privata di un parente del Sindaco, non viene sfruttata.
La vicenda del pozzo su terreno privato è ancora più complessa: il pozzo, infatti, è oggetto di un contenzioso, e ora la struttura dovrebbe essere demolita e il pozzo di nuovo riempito, con ulteriore spreco di denaro pubblico sia per i lavori di scavo ed installazione di attrezzi che per i lavori di ripristino e rilascio dell’area interessata, tutto ciò accade con la coscienza di aver trovato quell’acqua preziosissima per i circa 20 nuclei familiari distanti pochi metri da ambedue i pozzi.
La Lotta tra Amministrazione e Gesesa: La Promessa del Ritorno alla Gestione Pubblica – Tornando indietro di qualche anno, l’Amministrazione De Vizio aveva fatto del tema dell’acqua pubblica un pilastro della sua campagna elettorale. Eletto nel 2016, il sindaco aveva promesso di riportare la gestione idrica sotto il controllo comunale, affermando di voler terminare la collaborazione con Gesesa SpA per inadempimento contrattuale. La disputa con Gesesa si è protratta a lungo, con diversi incarichi legali, affidati ad un avvocato non del posto, nel tentativo di ottenere la restituzione delle reti e il pagamento dei canoni arretrati.
Sorprendentemente, però, dopo anni di contestazioni, il Sindaco ha affidato un nuovo incarico legale, questa volta ad un avvocato locale, per ottenere solo un parere favorevole ad una transazione che va a favore della Gesesa SpA, decisione che ha lasciato sbalorditi il Gruppo Consiliare TERRE di LAVORO e moltissimi cittadini. Questo cambio improvviso sembra aver permesso alla società di evitare il pagamento dei canoni arretrati, che secondo alcuni calcoli coprono un periodo di cinque anni.
Una Comunità Abbandonata – San Giorgio la Molara si trova dunque in una situazione paradossale: da una parte, i cittadini sono chiamati a pagare bollette per un servizio che non tutti ricevono; dall’altra, l’Amministrazione sembra aver fatto poco, se non peggiorare, un problema di importanza vitale come l’accesso all’acqua potabile. La comunità resta in attesa di risposte e soluzioni da un’Amministrazione che, secondo molti, ha chiuso gli occhi di fronte a una crisi mal gestita dall’inizio.
Gruppo Consiliare TERRE DI LAVORO