Raffigurato con delle fotografie, l’otto marzo 2024, potrebbe avere simbolicamente il volto di Giulia Cecchettin e quello delle madri di Gaza insieme ai loro bambini.
Ogni giorno ci sono Donne che lottano e che sono vittime indifese di una guerra in atto, di cui non sono responsabili. Vittime vicine e lontane di un mondo dove le decisioni sono prese ancora da troppi uomini che continuano ad alimentare patriarcato, maschilismo e sessismo.
Le donne, sempre in prima fila per la cura, l’accoglienza e il sostegno incondizionato, si ritrovano troppo spesso sole e abbandonate anche dalle istituzioni, davanti alla violenza e alla morte. Nonostante l’assenza di luoghi sicuri a cui rivolgerci, noi donne resistiamo e combattiamo, ogni giorno coltiviamo la nostra lotta, in ogni ambito, in ogni circostanza, con la speranza che più nessuna rimanga sola e ne esca sconfitta. Ci viene da piangere ma non molliamo mai e siamo sempre pronte a ripartire, più unite di prima.
Le conquiste ci sono state, di passi avanti ne abbiamo fatti, ma la strada è ancora lunga .
L’otto marzo per noi donne è proprio come il due di gennaio, il tre di aprile o il quattro di luglio.
È un giorno come un altro.
Ma per chi non ci vuol vedere o non ci vuol sentire è ancora fondamentale che un otto marzo ci sia, per ricordare , per difendere, per lottare, per rivendicare e per gridare!
Così come c’è ancora bisogno del femminismo.
Non è il tempo di mollare ma di organizzarsi, ancora più numerose.
Insieme, unite, al di là delle sigle , con gli stessi obbiettivi.
Allora, buon otto marzo di speranza, a tutte noi, donne del mondo.
Rosa Razzano e le Donne della Segreteria Provinciale