In sala stampa, il tecnico del Benevento Fabio Cannavaro prova a commentare la sconfitta col Genoa.
“Sotto il punto di vista del lavoro e dell’intensità non ho mai avuto un segnale negativo da questo gruppo. Dobbiamo capire che la paura non ci fa gestire bene le partite e può farti prendere gol al novantesimo.
Lo sforzo fatto dalla squadra è stato eccezionale. Nel secondo tempo abbiamo tenuto testa a una squadra forte come il Genoa, trovando anche il pareggio. Mi spiace perché ho visto squadre portare a casa partite senza mettere in fila due passaggi.
Dobbiamo avere fame. A Cosenza abbiamo preso gol su un calcio d’angolo. Oggi abbiamo perso una partita perché non abbiamo gestito bene alcune situazioni di campo. La squadra le partite le gioca, ma dobbiamo fare il salto di qualità.
Nel secondo tempo ho alzato Acampora perché nel primo non riuscivamo a prendere il loro play. Giocavamo contro una squadra forte e noi per generosità ci siamo spinti troppo avanti, però i difensori non riuscivano ad accorciare. In questo momento, purtroppo, come sbagli qualcosa sei punito. Dobbiamo toglierci questa paura da dosso ed essere più concentrati.
Sono io l’allenatore e ho le mie colpe. Se non riesco a trovare la combinazione giusta, anche se non ho giocatori a disposizione, la colpa è pure mia. Alla gente dico di contestate me, ma non i calciatori perché vi assicuro che fanno il massimo.
Questa è una squadra che fa fatica a fare gol ma è anche fragile mentalmente. In queste situazioni bisogna restare uniti.
Se c’è armonia con i tifosi è meglio; ma non posso pensare che questa situazione di distacco condiziona il rendimento dei miei giocatori. Devo essere concentrato sulla squadra e pensare ai miei calciatori.
Mercato? Da quando sono arrivato ho analizzato la situazione con la società. Sappiamo che il mercato di gennaio è difficile e non può risolvere tutto. Ma qualche situazione deve essere chiusa.
Forte è un attaccante che soffre quando non fa gol. A Cosenza è restato fuori non per punizione, ma perché aveva avuto una operazione al naso e ho preferito non rischiarlo. Oggi l’ho visto bene e l’ho fatto giocare. In squadra ci sono quattro attaccanti che in questo momento non stanno facendo gol. Quindi ognuno di loro non può pensare a se stesso ma bisogna ragionare di squadre.
Dopo queste ultime due giornate la situazione negativa è aumentata. A Roma abbiamo lavorato per migliorare determinate situazioni e ci siamo riusciti, ma facciamo fatica a gestirne altre.
Non andremo in ritiro. Quello che ha preceduto questa gara l’ho deciso io, ma non era punitivo.
La lista degli infortunati è sempre piena. Questo però non mi interessa. Perché oggi abbiamo fatto bene anche con quello che avevamo a disposizione. Avevamo trovato anche il modulo, il 3-4-2-1, però siamo stati costretti a cambiarlo. Ma al di là del modulo dobbiamo avere più fame. Dobbiamo saper leggere le partite e adeguarci al momento, soffrendo quando c’è da soffrire e attaccare quando c’è da fare la partita. Dobbiamo migliorare anche la scelta dell’ultimo passaggio. Per vincere le partite non puoi limitarti al compitino, ma fare il salto di qualità.
Quando non arrivano i risultati l’allenatore è il primo sul banco degli imputati. Io credo in questa squadra. So che non può andare così fino alla fine. Li vedo giocare. Anche oggi ho visto i ragazzi tenere testa a una squadra più forte. In questa squadra devo metterci la fame. Lo devo fare col cucchiaino, come si fa per i bambini.
Quando la stagione inizia storta può diventare complicato uscirne. La settimana scorsa ci mancavano tre centrocampisti, oggi addirittura tre difensori. Ma non posso avere paura. Domani sono di nuovo qui ad allenare.
Siamo una squadra che prova sempre a giocare. Qualcosa di positivo l’abbiamo fatta vedere. Non è facile uscire dalla pressione del Genoa e noi ci siamo riusciti in molte occasioni.
In questo momento sono arrabbiato perché abbiamo regalato 4 punti, altre a quelli di prima. Non posso rimproverare una squadra che ha fatto il massimo. Si deve capire che le partite si devono portare a casa. Dobbiamo tirare di più in porta, senza preoccuparsi di calciare fuori.”
Edoardo Porcaro